L’oro nero del Bologna
Protagonisti Donsah e Diawara, i due pilastri del centrocampo rossoblù nel mirino delle big del calcio europeo Ma, nonostante le tante offerte, la società non ha alcuna intenzione di cederli. Zauli: «Hanno possibilità infinite»
L’oro nero del Bologna, Amadou Diawara e Godfred Donsah crescono giorno dopo giorno sempre di più ed è facile immaginare quanto gonfi il petto Pantaleo Corvino, un po’ per il bendiddio che ha portato a Casteldebole e un po’ per come tutti e due sapranno fare le fortune della società quando Joey Saputo, Fenucci e lo stesso Corvino decideranno di mollarli.
Forse almeno uno dei due tra un anno e mezzo, perché a oggi l’idea ferma del governo rossoblù è quella di trattenerli per più di un motivo. Il primo, ma non in ordine di importanza: anche lo stesso Corvino non sa quanto valgono e di conseguenza quanto può chiedere a chi li vuole. Per il momento il responsabile dell’area tecnica del Bologna svicola su questo tema, «solo una volta raggiunta la salvezza faremo le necessarie valutazioni», la sua frase che è diventata un ritornello, ma attenzione, non traete conclusioni affrettate, perché c’è chi potrebbe anche tradurre questo pensiero di Corvino come la volontà della società di fare cassa con uno dei due, ma non è assolutamente così. E per rendere meglio l’idea rendiamo pubblico un altro suo refrain, «per vendere bene bisogna anche comprare bene, ma al di là di ciò la storia dice che Corvino è da sempre un grande venditore».
Ecco il motivo per il quale Diawara e Donsah non si muoveranno nel prossimo mercato estivo, perché lasciarli partire allora vorrebbe dire venderli sottocosto, e i capi rossoblù mai lo faranno con i loro gioielli, volendo farli crescere e soprattutto volendo far crescere con loro anche il Bologna.
Inutile nascondere che Diawara sarà una plusvalenza per il Bologna da mille e una notte, alla luce di quanto è stato pagato, e cioè 400 mila euro più 200 mila di bonus alla salvezza più ancora 200 mila legati alle presenze. Sono più alti i numeri di Donsah, ma anche su di lui la società rossoblù farà un guadagno molto importante, poco ma sicuro. Il centrocampista ghanese è stato pagato 2,5 milioni di euro per il prestito e costerà al Bologna altri 3,5 milioni per il riscatto obbligato, ai quali si aggiungerà 1 milione di euro di bonus per la salvezza.
Senza dimenticare che nel momento in cui sarà ceduto il Cagliari avrà una percentuale sulla cifra di vendita. Solo così il Bologna ha potuto strapparlo a Juventus e Napoli, e se Donsah è un giocatore rossoblù è anche perché questo centrocampista del ’96 ha ritenuto che il Bologna gli consentisse di crescere più in fretta rispetto alle altre due squadre, potendo giocare con maggiore continuità. «Abbiamo il centrocampo più giovane del mondo», assicurano a Casteldebole, ma dopo aver esaltato le qualità di Donsah e Diawara tengono anche a far sapere che altri rossoblù rappresentano già un tesoro come plusvalenze (vedi Masina, Rizzo e Destro) e che altri esploderanno, vedi Mbaye (pagato 2,7 milioni), Pulgar, Kraft e Ferrari. In pratica, informano, basterà solo aspettarli, perché arriveranno di sicuro.
Gli va dato atto che lo aveva sentenziato in tempi non sospetti e ora che sono diventate rose Lamberto Zauli tiene a sottolineare che aveva visto bene. «A Bologna stanno costruendo una favola, questa è una squadra che ha potenzialità infinite ancora inespresse, forse non sa ancora quanto è forte, ma il suo futuro è assicurato». dice l’ex numero dieci rossoblù. Che non risparmia complimenti: «Faccio un applauso alla società che ha avuto coraggio a credere nella politica dei giovani bravi, anche quando c’era chi la metteva in croce per essere ultima in classifica, e a Donadoni che ha cambiato la vita a tutti questi ragazzi — conclude Zauli —. Via via che loro cresceranno faranno ancora di più divertire la gente e al tempo stesso il Bologna diventerà sempre di più una miniera d’oro, nero o bianco che sia». Nonostante i corteggiamenti delle big di mezza Europa, per il momento, il Bologna non ha alcuna intenzione di cederli. Quando e se la società deciderà di farlo una cosa è certa: sarà un grande affare.