Corriere di Bologna

«Una canzone per Vasco»

Intervista agli Stadio, la band bolognese doc che sta gareggiand­o al Festival di Sanremo E il Blasco sul web fa il tifo per loro

- Francesco Blesio

Lunedì saranno già a Bologna, a presentare il loro nuovo disco Miss nostalgia. Ieri sera erano sul palco dell’Ariston, con la ballad Un giorno mi dirai. Così si intitola la canzone con cui Gaetano Curreri o soci tornano a Sanremo per la quinta volta. Fu scartata lo scorso anno, questa volta invece ce l’ha fatta. Curreri, Giovanni Pezzoli, Andrea Fornili e Roberto Drovandi riporteran­no le loro melodie sopra un palco che non li ha mai premiati: ultimi due volte di seguito, penultimi una volta poi quinti. Certi risultati, si sa, sono ormai stellette al merito (se arriva penultima Canzoni alla

radio e vince Adesso tu di Ramazzotti…). Tornando indietro con la memoria: la prima volta degli Stadio a Sanremo fu nel 1984 con Allo stadio, la seconda con Canzoni alla radio appunto (1986). Una decina di anni dopo, nel 1999, arrivò lo

Lo Zaino, scritto in coppia con Vasco Rossi, poi nel 2007

Guardami. «In realtà, come autore, sono stato qui più volte » , ricorda Curreri in una pausa del tour de force imposto dal Festival. Con Vasco Rossi scrisse, per citarne una, E dimmi che non vuoi morire, contribuen­do al successo della «divina» Patty Pravo. Proprio da Vasco Rossi è arrivato il primo endorsemen­t.

La canzone che gli Stadio hanno interpreta­to ieri sera era stata pensata per lui. Comincia con «Un giorno ti dirò che ho rinunciato alla mia felicità per te / E tu riderai, riderai, tu riderai di me»…

«È un pezzo che rappresent­a la nostra identità musicale e che racconta del sentimento che corre tra padre e figlia e le rinunce che si fanno per amore. È la prima volta che al festival si affronta questo rapporto speciale. È un padre che racconta a sua figlia quel che non era mai riuscito a dirle. E il legame si fa più forte, diventa più importante. Come dovrebbe essere un rapporto tra padre e figlia».

Come è nata?

«Da un’intuizione di Saverio Grandi che ha scritto il testo e

che assieme a me e Chiaravall­i l’ha poi musicata. Era stata costruita per Vasco. Ma quando Vasco ha sentito quel testo meraviglio­so ha detto “no, questo testo non si smonta: è perfetto lo devi cantare te. Io sono un uomo che non ha fatto rinunce, tu sì, invece, tu qualche rinuncia l’hai fatta”».

Inutile dire che Vasco che tifa per voi…

« Lo ha dimostrato a suo modo. Con quel clippino arrivato lunedì. Ma in realtà ha fatto molto di più. A partire dalla canzone che mi ha lasciato e che io porto al Festival».

Nel prossimo vostro disco, tra l’altro, lo ospiterete.

«Vasco ha fatto un’incursione nel mio studio in via Mazzini mentre cantavo. Sente la canzone “Tutti contro tutti”, si alza dal divano, entra in studio, si mette le cuffie e ne canta il ritornello, quella frase che evidenteme­nte sentiva nelle sue corde: “Non c’è piu’ vergogna, hai le spalle al muro / Non vince il più bravo ma il più furbo di sicuro”. Buona alla prima, naturalmen­te, l’incursione del Blasco è registrata e rimane. È un cameo e arriva al momento giusto».

Sarete tanti bolognesi su questo palco: voi, Cristina D’Avena, volendo Ezio Bosso e Neffa. Manca, ma sarà comunque presente, Lucio Dalla, che 50 anni fa esordì qui a Sanremo. Voi avete scelto una sua canzone per la serata delle cover di domani. «Canteremo La sera dei miracoli. Sarà un ricordo speciale per lui. Canteremo per lui riunendo gli Stadio. Tutti gli Stadio, anche quelli della prima formazione. Ci tenevamo a fare un bell’omaggio a Lucio. Glielo dobbiamo, ci tenevamo a dedicargli una bella cosa».

Uniremo tutto il gruppo, anche la prima formazione per ricordare Lucio Dalla Volevamo fare qualcosa di speciale

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