Corriere di Bologna

L’Eros, secondo Paolo Fresu e Omar Sosa Melodie che ti sfiorano in punta di piedi

Il musicista sardo, dopo il successo del precedente «Alma», torna a incidere con il pianista

- di Helmut Failoni @HelmutFail­oni

In apertura del libretto che accompagna il suo nuovo disco, Paolo Fresu pone, come effige, una frase di Saffo: «Eros che scioglie le membra mi scuote nuovamente dolceamara invincibil­e belva». Per il disco, che si intitola naturalmen­te «Eros» e che è prodotto dalla sua etichetta Tuk Music, il musicista sardo ha chiamato nuovamente al suo fianco il pianista Omar Sosa (con Fresu nella foto di Roberto Cifarelli) e il violoncell­ista Jacques Morelenbau­m, con i quali nel 2012 aveva pubblicato con successo «Alma». All’anima dunque segue ora l’Eros, l’amore...

Nei tredici brani del disco, i tempi sono dilatati, tutto scorre perlopiù con una serenità cullante. Su melodie fatte di poche note, scolpite, che ti sfiorano in punta di piedi, ma non ti mollano. Si ascolti per esempio come funziona e sospinge la musica il piccolo refrain, di davisiana memoria, della tromba nel brano Brezza

del Verano di Sosa. Fresu, da maestro della melodia quale egli è, infonde ai brani un’immediatez­za epidermica, centrando sempre il bersaglio. Non scuote, non turba, d’accordo, ma con la sua persuasiva linearità funge da calamita di memorie, di pensieri struggenti. Gli effetti elettronic­i sono utilizzati da entrambi i leader per creare paesaggi sonori liquidi, che ti tendono la mano e che vengono spesso innervati dalle percussion­i (per esempio nella seconda parte del brano Eros Mediterran­eo di Fresu). Il disco si apre con una cover di Teardrop dei Massive Attack: un remake arabo con la cantante maghrebina Natacha Atlas. Bella voce di intensità e profondità, piena di vibrato, contrappun­tata dal fraseggio della tromba di Fresu, che poi crea un medley con Ya Habibi, brano in cui la musica si gonfia e la voce si fa sentire in tutta la sua potenza. Il quartetto d’archi Alborada, che spesso affianca Fresu, compare anche in questo «Eros» creando un bel effetto, un poco straniante, da carezza di musica classica.

C’è un remake arabo di

Teardrop dei Massive Attack con la cantante maghrebina Atlas

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