Maxi-sgombero nel palazzo maledetto
Il Comune di Calderara ha trovato una sistemazione alle famiglie e indennizzerà la proprietà Il sindacato Sgb in presidio davanti al Municipio. Priolo: «Condizioni igienico-sanitarie precarie»
Sgomberato ieri all’alba il Garibaldi 2 dopo l’ordinanza del sindaco Irene Priolo: le condizioni igienico-sanitarie erano inaccettabili. Quarantasette persone sono state costrette a lasciare l’immobile dalla polizia. Altre 125 le seguiranno nei prossimi giorni. Per tutte le famiglie con minori l’amministrazione ha trovato una sistemazione per i prossimi 5 anni tra alloggi del territorio e Acer.
Nascosto dietro una facciata tirata a nuovo e dietro un murales di case disegnate che sembrano appena costruite e una mappa del comune di Calderara c’è lui: un enorme edificio a sei piani, totalmente grigio. Il «Calderara 2», da ieri all’alba sgomberato per volere del sindaco Irene Priolo: le condizioni igienico-sanitarie inaccettabili. Quarantasette persone sono state costrette a lasciare l’immobile dalla polizia. Altre 125 le seguiranno nei prossimi giorni. Vivevano tra quei piani in rovina da una decina di anni.
Sembra un posto abbandonato e invece pullula di famiglie. Ci sono molti bambini, lo testimoniano le piccole biciclette e i giocattoli. Sono nuclei che negli anni hanno acquistato quegli appartamenti, molti di loro stanno ancora pagando un mutuo, mentre altri pagano anche fino a 400 euro al mese per un trilocale. Spuntano qua e là tappeti colorati alle finestre. Al pianterreno, al grigio del cemento si alternano pozzanghere di acqua putrida. Ogni piano ha un terrazzino in comune che sembra una discarica a cielo aperto: lavatrici, frigoriferi e vecchie tv abbandonate. Così come nel cortile c’è un angolo in cui è ammassata una decina di motorini. Sono state proprio le condizioni igienico sanitarie precarie a far firmare al sindaco un’ordinanza di sgombero. Alle prime ore dell’alba polizia e carabinieri hanno liberato gli appartamenti al sesto piano, scendendo fino al quarto. «Non ho ricevuto la notifica — piange Debora, che fa la parrucchiera e ha 32 anni — . Stiamo pagando il mutuo. C’era una trattativa in corso con il Comune, ma non possono buttarci fuori come se fossimo occupanti». Non si sono opposti alle forze dell’ordine ma in una cinquantina da ieri mattina sono in presidio davanti agli uffici del Comune. Hanno trascorso lì la notte.
«Abbiamo comprato casa nel 2007 — racconta con gli occhi lucidi Meji, un metalmeccanico che vive a Calderara da 11 anni assieme ai due figli e alla moglie — Abbiamo firmato un accordo con il comune, ma ci hanno trattato come terroristi questa mattina (ieri, ndr). Mio figlio continua a piangere». Il sindacato Sgb accusa: «Dietro quest’azione potrebbe nascondersi la volontà di procedere alla completa demolizione dello stabile e l’amministrazione riceverebbe quasi 3 milioni di euro». Illazione che il primo cittadino respinge: «Non c’è speculazione — spiega il sindaco Irene Priolo — Come primo cittadino ero obbligata a tutelare i cittadini. Per le condizioni igieniche sanitarie molto precarie era a repentaglio la vita di quei residenti. Il Comune è proprietario di 22 appartamenti, già murati, gli altri 64 sono privati. C’è un ac- cordo di programma tra Regione e Comune per una variante urbanistica in corso — del valore di 2 milioni e 600 mila euro —. Lo stabile sarà demolito ma la zona sarà destinata al verde o a impianti sportivi. Non ci saranno altre case».
Per tutti i proprietari, indipendentemente dalla situazione economica, è previsto il pagamento dell’indennità di esproprio da parte del Comune. Per tutte le famiglie con minori l’amministrazione ha trovato una soluzione per i prossimi cinque anni tra alloggi del territorio e del patrimonio Acer, non residenza popolare.
Non c’è speculazione, come sindaco sono obbligata a tutelare le persone. Lo stabile sarà demolito e la zona destinata al verde