Corriere di Bologna

Gli ingegneri e l’alpino «La nostra mano tra le lacrime»

- Mauro Giordano

L’Emilia-Romagna è già sul campo per prestare soccorso agli sfollati del sisma del Centro Italia. Tra i volontari l’alpino 60enne Diego Gottarelli, che si commuove ancora nonostante la grande esperienza nell’affrontare emergenze simili. Nelle prossime ore, finiti gli scavi, anche da Bologna partiranno nove ingegneri che dovranno verificare l’agibilità degli edifici feriti e resi pericolant­i dal terremoto.

Ci si può scoprire fragili anche dopo aver prestato i soccorsi in decine di calamità. Capire che alla vite spezzate e alle lacrime dei sopravviss­uti non ci si abitua mai, nonostante i 60 anni di età e «una vita da alpino». Diego Gottarelli, fa parte della missione di solidariet­à lanciata dall’Emilia-Romagna nelle zone colpite dal sisma: i campi sono stati allestiti a Montegallo (Ascoli Piceno). Sta coordinand­o gli altri alpini partiti dalla regione, una quarantina. Lui fa parte del gruppo di Riolo Terme, come sempre con la penna nera in testa e il grande cuore che lo ha portato solo negli ultimi anni ad aiutare i superstiti dell’alluvione del Piemonte del 2000 e, più recentemen­te, l’Emilia scossa dal terremoto del 2012.

«Siamo arrivati ieri a mezzanotte (mercoledì sera, ndr) — racconta in un momento di pausa — abbiamo montato le tende e tra un po’ iniziamo a preparare da mangiare. Abbiamo già distribuit­o qualcosa per le prime necessità». Ma cosa racconta chi ha vissuto quei terribili momenti e ha perso affetti e la casa durante il sisma? «In generale in questi casi non proviamo a fare domande, diamo supporto. Perché è molto delicato parlare di certe cose...». Gottarelli si occupa in particolar modo della logistica: «Qui dove siamo noi la situazione è abbastanza tranquilla, non ci sono immagini di distruzion­e, è stata scelta un’area per mettere in sicurezza le persone e lo stiamo facendo bene».

Gli sfollati soccorsi dal modulo emiliano-romagnolo, circa 250 persone, sono «bambini, anziani, famiglie, ragazzi soli, insomma di ogni tipo, è sempre emozionant­e vivere certi momenti». Alla missione stanno dando un contributo fondamenta­le anche i volontari della Protezione civile e dell’Anpas (quest’ultimi sono 14 a Montegallo e altri 8 nell’area di assistenza nazionale di Amatrice). «Affrontere­mo la stanchezza, ci daremo anche i cambi, ma non è il nostro primo pensiero, quello che ci preme di più è aiutare», conclude Gottarelli.

Rispetto per il dolore Non facciamo domande, diamo supporto. È molto delicato parlare di certe cose

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Molti volontari emiliani in Centro Italia

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