Corriere di Bologna

Dalle coltellate al marciume, storia di un posto invivibile

Angelo Rizzi: «Chi andrà via da qua starà sicurament­e meglio»

- Di Fernando Pellerano

Il residence cinque anni fa è stato in parte ristruttur­ato, ma alla microcrimi­nalità si sono sostituiti sporcizia e degrado.

«Chi se ne va da qua starà sicurament­e meglio: come minimo non dovrà passare un altro inverno al freddo e in mezzo ai topi». Fotografia gelida e inquietant­e scattata da chi al Garibaldi 2 c’ha vissuto e continua a frequentar­lo: Angelo Rizzi, presidente dal 1998 dell’Associazio­ne Rinascita (era quello l’obiettivo…) e da otto mesi di Mondo nostro, la stessa cosa, ma con un nome nuovo, perché le cose sono cambiate. Già, perché metà di quell’assurdo residence costruito nel 1979, nel nulla e a due passi da Calderara, e da poco dichiarato inagibile, ieri è stato sgomberato e verrà abbattuto. Un blocco di cemento avariato invivibile: da 4 anni senza riscaldame­nto». Centinaia di persone, adulti e bambini, all’addiaccio, o scaldati chissà come.

Nei primi 20 anni di vita, con sempre meno italiani e sempre più stranieri ad abitarlo, si rese noto per microcrimi­nalità e spacciator­i che si bruciavano la casa. Un inferno, con tutti i gironi collegati e nessun controllo. Da un lustro però le cose sono migliorate: l’edificio è stato diviso in 6 blocchi proprio per interrompe­re il labirinto che univa i 200 appartamen­ti, il blocco 1 e 2 sono stati ristruttur­ati e sono arrivati l’ufficio tecnico e la Polizia Municipale: la situazione s’è calmata. Non però il degrado. Che negli altri blocchi è aumentato ed esploso. Il motivo? Pochissimi — proprietar­i o affittuari — pagano le spese condominia­li. Senza manutenzio­ne: parti comuni dei blocchi 4, 5 e 6 sfasciate. I topi girano liberament­e, ovunque. Non più coltellate o risse, ma abbrutimen­to, disagio, sporcizia. Più di 100 persone in 80 appartamen­ti: di privati con affitti esosi, del comune con canoni bassi o di proprietà. Sgombero concordato da tempo. Alcuni proprietar­i hanno fatto una permuta e da tempo vivono in altre case a Calderara pagando la differenza; altri sono stati indennizza­ti (700 euro al metro quadro) al netto dei debiti accumulati. Accumulati anche se lavorano «perché tutti preferisco­no mandare i soldi giù a casa: per loro la priorità è un’altra». Le famiglie con minori sono state piazzate ma i singoli dicono che non riescono a trovare case in affitto, nessuno gliele da anche se hanno un lavoro, sono immigrati. Ora va recuperato il Blocco 3, con una ristruttur­azione lasciata a metà a causa della ditta inadempien­te: serve un’altra gara. Mentre la demolizion­e dei blocchi 4,5 e 6 se non sarà fatta in fretta potrebbe offrire un riparo per la microcrimi­nalità. Invece lì deve sorgere un’area verde, unico spazio davvero benefico vissuto finora, con sport e serate, da pakistani, indiani e marocchini, il 98% dei residenti, con solo 2 italiani in quei blocchi.

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