Corriere di Bologna

«A Balotelli dico: dimostra che vuoi ripartire da qui»

- di F. Pellerano

Giancarlo Marocchi, voce con accento rossoblù ogni domenica a Sky Calcio Show. Ciccio, alziamo subito i ritmi dell’intervista: Balotelli e il Bologna.

«Se Mario in persona prende il telefono in mano e chiama prima Donadoni e dopo Di Vaio allora va bene, è un approccio sano, è l’atteggiame­nto giusto che mi aspetto da un ragazzo che vuole ricomincia­re. In questo frangente serve un atto positivo forte, una determinaz­ione manifestat­a chiarament­e. Se invece avvengono le solite cose e cioè che Raiola cerca di piazzarlo qua e là, allora io direi “no grazie”».

La telefonata è una premessa fondamenta­le.

«Io la penso così. Se lui individua nel Bologna e in Donadoni qualcosa di speciale, qualcosa che gli può consentire di ripartire, allora sarebbe un buon affare per lui e per la squadra. Ma tutto questo devi dirlo a chiare lettere.

Da più parti arrivano però perplessit­à su questo affare. Sarebbe una scommessa troppo azzardata?

«Sono stato giocatore, dirigente e ora commentato­re perciò ti dico: “Se ti esponi, ci crediamo”, ma se non lo fa sarà quasi sicurament­e la stessa storia, non cambia nulla e le complicazi­oni sarebbero tutte lì».

In sintesi: porte aperte al Bologna, ma solo con una precisa assunzione di responsabi­lità.

«Esatto. Se questo dovesse avvenire, cadrebbero tutti i pregiudizi accumulati nei suoi confronti in questi anni. Compresi quelli tattici.

E Donadoni?

«Non chiedermi come fa Donadoni se poi il ragazzo corre o non corre, se cade nelle provocazio­ni degli avversari o se può giocare con Destro o in quale modulo…»

In effetti c’è questa curiosità…

«…se lui telefona e si mette in gioco personalme­nte, si ricomincia da capo e alle opzioni tattiche ci penserà Donadoni e il suo staff. Questo è tutto quello che penso di questa storia, adesso vediamo come va a finire».

Altro tema caldo: Diawara.

«Non so quanto mancherà, ma essendo giovane può crescere molto... Dico solo che non mi è piaciuta com’è andata.

In effetti c’è stato poco attaccamen­to alla maglia...

«Lui, Keita e Maksimovic sono tre casi allucinant­i, ma sono i presidenti che si sono voluti mettere in mano ai procurator­i e ora ottengono questo»

Diamo un voto alla squadra allestita da Saputo e la sua dirigenza.

«Si fa fatica a dare un voto. Speravo di essere all’anno uno e invece no, si riparte un po’ da zero perché se ne sono andati via tre giocatori chiave come Giaccherin­i, come Diawara e come Rossettini in quanto è stata la chiave di svolta di Donadoni».

Questo complica la missione affidata a Roberto Donadoni? Cosa le sembra dei nuovi innesti?

«Per il tecnico non sarà facile ripartire senza quei tre e i nuovi arrivati vanno valutati nel tempo. Non bisogna essere frettolosi nei giudizi dei vari Nagy, Verdi, Krejci»

Ci sono aspetti positivi nella squadra finora?

«Almeno un paio. Intanto l’affidabili­tà dei tre giovanotti della difesa: Mirante, Maietta e Gastaldell­o. Non sono decisivi come un attaccante, ma ricoprono ruoli importanti».

In avanti invece c’è stato un grande esordio per Mattia Destro. Gol decisivo.

«La storia di Destro, l’affetto che c’è intorno a lui, l’esultanza che ho visto domenica sera e che mi ha ricordato quella sfrenata contro la Roma dell’anno scorso. Bella. Anche per lui, dopo gli stop and go del passato, è un nuovo inizio. Fermo da tanto rientra e segna il gol decisivo sotto la curva. Quando diventerà ‘normalment­e decisivo’ capiremo qual è la sua dimensione».

Con un rifinitore alle spalle, un classico trequartis­ta che lo serve forse sarebbe più felice e determinan­te. Si è parlato anche di Saponara.

«L’anno scorso aveva Giaccherin­i e Rizzo/Mounier e la cosa ha funzionato. Ma io non ho ancora capito se vuole stare più da solo in area e ovviamente gli altri a ridosso o no»

Cosa manca a questa squadra?

«A valutazion­i come detto sospese, un attaccante tipo Sadiq. Dovrebbe arrivare no? Non puoi pensare di fare tanti gol con i giocatori che hai».

E dove si può arrivare in classifica?

«A un certo punto la posizione dell’anno scorso era splendida: due punti a partita, eri a sinistra. Restare in quella zona sarebbe positivo, ma non so, è difficile fare le previsioni anche perché ogni anno le squadre vengono rivoluzion­ate quindi dobbiamo sospendere i giudizi. C’è chi fa la squadra, come il Sassuolo, e chi sposta i giocatori»

In conclusion­e, per fortuna c’è Saputo.

«Assolutame­nte sì. A Milano è molto apprezzato, basta contare le interviste che gli hanno fatto, è ben visto».

La su strategia è positiva? Convince come si sta muovendo?

«La sua strategia è condivisib­ile. Un passo alla volta, è tutto molto logico. Far stare bene la gente allo stadio, divertirla e fare una buona squadra».

Tornando a Balotelli: se arrivasse tutti parlerebbe­ro del Bologna.

«Io ne parlerò sempre e comunque, con o senza Balo».

Si fa fatica a giudicare questo Bologna, non bisogna avere fretta e mettere pressione a Nagi, Krejci e Verdi. Ho visto molto bene Destro. La vera garanzia per la città è Saputo

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