IL NOSTRO VOLTO MIGLIORE
L’odio e la paura cambiano il mondo. Ma può accadere che proprio il mondo, osservato nell’inesorabilità delle sue leggi fisiche, ci costringa a capire quando sia beffardo e inutile parlare e invocare le ruspe nelle beghe politiche, quando poi saranno indispensabili nelle tragedie reali. Davanti alla devastazione del sisma, ho temuto un perverso, esiziale effetto collaterale. La possibilità che sotto le macerie del Ground zero fosse rimasto schiacciata anche il nostro altruismo, il cuore solidale di noi bolognesi, noi emiliani, noi romagnoli, diventato nel tempo un modello nazionale, simbolo della nostra umanità, non un’esclusiva campanilistica, ma piuttosto uno strumento collaudato, la preziosa risorsa messa in campo nelle grandi calamità. Se lo spirito del tempo diffonde egoismo, se l’altro quantunque piccolo viene proposto come un grande nemico, se si alzano gli steccati e si abbattono i ponti, c’era ragione per temere l’astensionismo della solidarietà. Ora possiamo toccare con mano quanto male possa fare il crollo dei ponti e lo sfarinamento delle case, fino a capire che osare la distruzione politica anche della più misera baracca, senza potere subito offrire un altro tetto, ha in sé una crudeltà che invece è sempre estranea alle leggi naturali. Ma accanto al duro insegnamento, arriva la consolazione: lo spirito emiliano non è estinto. Ha tremato la terra, però è rimasta salda la generosità delle razza padana, non si è spezzata la catena del volontariato.
I politici farebbero bene a non gongolare, perché non sono stati buoni maestri. Quindi non si vivano come comandanti in capo che passano in rassegna le truppe ma, anche ai più alti livelli di rappresentanza, come portatori di riconoscenza. Se riusciranno a far propria questa lezione che viene da mani anonime che tirano su tende, spostano pietre, cuociono pasti, curano ferite, aggiungendo anche una carezza, sarà proprio la politica a trarne vantaggio e a riscattarsi. Comincino a considerare quest’esercito che vidi in azione già nel terremoto friulano, e ancor prima quando Ancona divenne a lungo un deserto, non come somma di sigle più o meno amiche e potenziale serbatoio di voti, ma come una forza libera, fatta di persone che offrono aiuto senza cercare ricambi. Non chiediamogli se stanno con Renzi o contro, neppure se voteranno sì o no. Né cosa pensano di Salvini o Berlusconi. Ci basti sapere che sono la nostra meglio gente.