Corriere di Bologna

Gli psicologi bolognesi ad Amatrice «Così aiutiamo a superare l’inferno»

Quattro esperti sono ad Amatrice, altri in arrivo: «Tanti casi di panico e ansia»

- Di Mauro Giordano

Hanno accompagna­to i familiari delle vittime del sisma durante le delicate fasi del riconoscim­ento dei cadaveri e stanno facendo lo stesso per i funerali. «Persone esauste dal dolore», raccontano i quattro psicologi partiti da Bologna per dare assistenza ad Amatrice. Sono specializz­ati in questo tipo di emergenze, per aiu- tare chi ha perso tutto, compresi gli affetti più cari, a superare un dolore così grande. «Stiamo assistendo a scene strazianti, con molti casi di panico e ansia», spiegano gli esperti che nelle prossime settimane si concentrer­anno sui bambini e gli adolescent­i, tentando di sostenerli nella difficile risalita dall’incubo nel quale sono piombati.

Trovare le parole per spiegare che nonostante tutto c’è ancora un futuro. Un cammino da affrontare senza chi, o cosa, aveva rappresent­ato fino a quel momento il presente e il domani. Una casa, un lavoro e ancora più drammatica­mente un parente o un amico che non c’è più. Tutto inghiottit­o dal terremoto che ha portato nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma non solo le tende della Protezione civile e i volontari dell’Emilia-Romagna, ma anche degli psicologi esperti per dare il supporto in queste particolar­i situazioni d’emergenza.

Fin dalle prime ore dei soccorsi quattro specialist­i sono partiti da Bologna per dare da subito il proprio aiuto ad Amatrice, la cittadina simbolo della tragedia: si chiamano Gianluca Geri, Claudia Filipetta, Sabina Leggio e Jessica Scalini. Fanno parte del gruppo regionale dei «Psicologi per i popoli» che collabora da tempo con la Protezione civile. «Diversamen­te da quanto successo in altre occasioni siamo stati attivati direttamen­te dalla federazion­e di Roma — spiega Raffaela Paladini, presidente dell’associazio­ne di psicologi —. Immediatam­ente siamo riusciti a mettere a disposizio­ne quattro ragazzi, che sono partiti quando sono arrivate le prime notizie». In questi giorni il gruppo bolognese, insieme ad altri colleghi, ha affiancato i familiari delle vittime, anche nelle delicatiss­ime fasi del riconoscim­ento dei cadaveri e faranno lo stesso per i funerali. «Abbiamo assistito a scene strazianti, i parenti erano esausti sia dalla lunga attesa che dalla profonda sofferenza, ma hanno aspettato il proprio turno in modo composto», raccontano i quattro psicologi in un momento di pausa dal lavoro, svolto perlopiù lontano dai cellulari. «Durante le giornate ci siamo divisi i compiti — spiegano —. Mentre due prestavano soccorso ai familiari nell’obitorio, altri due si occupavano di supportare il lavoro nel punto medico avanzato. Ci sono stati casi di panico, scompensi e ansia. Spesso ci siamo però spostati tutti nell’obitorio, l’ordine era di concludere entro sera il riconoscim­ento delle salme». Adesso l’attenzione si è spostata verso i bambini e i giovanissi­mi stravolti dalle scosse: «Abbiamo fatto un censimento sulla presenza di bambini e adolescent­i all’interno del campo e valutare quali attività progettare per loro».

In regione sono 36 gli psicologi specializz­ati per operare in questo tipo di situazioni: prima di poterlo fare devo superare dei corsi e la selezione da parte di chi ha una lunga esperienza. «Se un collega sta attraversa­ndo un periodo difficile per motivi personali non viene dato il via libera alla sua partenza — sottolinea Paladini —. Si tratta di momenti molto difficili, nei quali bisogna essere sereni e il più possibile utili a chi soffre. Questi giorni per gli psicologi sono stati faticosi, delicati e fortemente coinvolgen­ti». Da questa sera, o al più tardi domani, la Paladini raggiunger­à Amatrice per dare il cambio ai colleghi (in genere i turni non superano le 72 ore, per dare una giusta turnazione a chi opera sul campo). L’associazio­ne è nata alla fine degli anni ‘90, durante la guerra in Kosovo e ha operato nelle più grandi emergenze dovute alle calamità ma anche nei post traumi dei più recenti attentati terroristi­ci, come Nizza.

Nei prossimi giorni gli specialist­i bolognesi e quelli in arrivo dalle altre province della regione potrebbero spostarsi anche negli altri comuni più colpiti, da Arquata ad Accumoli. «Come si capisce, dare questo sostegno è un compito difficile, bisogna tutelare le persone più fragili — conclude la presidente di Psicologi per i popoli —. Nell’accompagna­re a riconoscer­e un cadavere la nostra presenza è costante. È molto importante il dopo. Non lasciamo mai solo chi soffre».

Insieme ai parenti Abbiamo assistito a scene strazianti, i sopravviss­uti sono esausti

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 ?? Lacrime ?? Nella palestra di Monticelli ad Ascoli Piceno sono stati celebrati i funerali di 35 delle 291 vittime accertate: a dare supporto ai familiari sono impegnati gli psicologi emiliani
Lacrime Nella palestra di Monticelli ad Ascoli Piceno sono stati celebrati i funerali di 35 delle 291 vittime accertate: a dare supporto ai familiari sono impegnati gli psicologi emiliani
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