Corriere di Bologna

Profughi, scuole piene e liste d’attesa L’allarme dei presidi sulle classi ghetto

Servono 14 posti al Savena-Santo Stefano, altri 5 in zona Saragozza. Mari: «Disponibil­ità esaurita»

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le classi sono già piene. A nemmeno due settimane dall’inizio dell’anno scolastico. Quindi: alcuni bimbi e ragazzi profughi arrivati da pochi giorni ancora stanno aspettando di avere un posto a scuola. Ma non solo: se ne arrivasser­o altri in corso d’opera difficilme­nte troverebbe­ro posto. Parola dei dirigenti delle scuole-polo — quegli istituti che ricevono le richieste di inseriment­o di bimbi stranieri e hanno il compito di smistarle tra le varie scuole del territorio di riferiment­o — che si dicono preoccupat­i di quello che potrà avvenire da qui in avanti. «Se si va avanti così, si torna alle classi ghetto con soli stranieri», dicono i dirigenti.

La scuola-polo per la zona Savena-Santo Stefano è quella che fa riferiment­o all’Istituto comprensiv­o (Ic) 12, guidato da Filomena Massaro. Di profughi da collocare in quell’area, durante l’estate, ne erano arrivati circa 20. «Li avevamo collocati quasi tutti — dice Massaro — ma negli ultimi giorni ne sono arrivati altri 14 a cui dobbiamo ancora fare i colloqui. Avevamo già fatto fatica a trovare il posto agli altri, la situazione adesso si è complicata e l’ingresso dei bambini è molto difficile».

All’Ic 12 la richiesta di inseriment­o riguarda due ragazzi del biennio superiore, bambini delle elementari e dei primi due anni delle medie, mentre all’Ic 8, scuola-polo per il centro storico che smista le richieste anche a Ic 17 e Ic 18, le richieste riguardano principalm­ente i bimbi delle elementari. «All’Ic 17 (scuole Gandino e Guidi) e all’Ic 18 (scuole De Andrè, Monterumic­i, De Amicis) — spiega il dirigente Stefano Mari — sono già pieni, è stato raggiunto il tetto massimo invalicabi­le già dall’anno scorso, quindi non sono più scuole in grado di garantire la ricettivit­à». E la situazione non è certo meglio all’Ic 8 (scuole Bombicci, Guinizelli-Carracci): «Per qualche tempo siamo riusciti a inserire una decina di bimbi in prima e seconda elementare — dice Mari — ma ormai le classi si stanno esaurendo, anche se abbiamo tre classi di prima elementare e tre classi di seconda. Le classi terze, quarte e quinte invece sono piene ed è piena la media Guinizelli». Adesso alla scuola-polo di Mari è arrivata la richiesta per inserire altri 5 bimbi. «Ma forse riusciamo a prenderne solo due e poi per quest’anno la nostra disponibil­ità di posti è finita», spiega il dirigente. Arrivasser­o altri bimbi? «Il Comune — dice Mari — dovrebbe trovare delle aule vuote e l’Ufficio scolastico dovrebbe erogare altro personale. Ma si ritornereb­be a classi di soli stranieri che presumibil­mente verrebbero inseriti il prossimo anno».

«Come Ic 5 non abbiamo più capienza: siamo riusciti a trovare posto a tanti finora (più di una trentina di bambini, ndr), ma ora è piena la nostra scuola e lo sono quelle legate a noi. Siamo molto in apprension­e per i bambini che ci hanno detto che arriverann­o, sarà problemati­co». Mario Nanni è il dirigente della scuola-polo della zona Navile e non ha dubbi: «Se arriverann­o numeri importanti, non avremo più spazi nè docenti, qualcuno dovrà farsene carico, perché garantire il diritto allo studio è un dovere del Comune che deve trovare spazi e del ministero che deve trovare docenti». «L’afflusso dei profughi è continuo — conferma la dirigente dell’Ic 1, scuola-polo della zona Reno, Carmelina Rocco — e da noi ci sono alcuni bambini in lista d’attesa, ma li stiamo pian piano collocando». Da inizio anno ne sono arrivati 8 da inserire alle elementari e 16 alle medie: qualcuno sta ancora aspettando. Inseriti quelli, però, anche in zona Reno le classi saranno all’orlo.

E sono una decina i bambini a cui sta cercando un posto il dirigente dell’Ic 7, Dario Spagnuolo, che in estate ha ricevuto circa 30 richieste (San Donato-San Vitale). «La capienza è raggiunta — spiega — : se ne arrivano altri si creerà lo scontro tra diritto allo studio e limiti imposti dalle norme per la sicurezza. La sicurezza è importante, ma forse andrebbe trovata una soluzione di buonsenso che consenta lo sforamento di 1 o 2 bambini per classe».

L’Ufficio scolastico provincial­e sta lavorando intensamen­te per inserire tutti i profughi. «Abbiamo sistemato più di una decina di bambini negli ultimi giorni — spiega il provvedito­re Giovanni Schiavone —, i problemi riguardano le classi terze, quarte, quinte elementari. Ci stiamo adoperando per trovare un posto a tutti, ma non mancano spazi e docenti». E una soluzione potrebbe essere «allargare» le aree d’inseriment­o dei bambini con collaboraz­ioni sul territorio: «La Barca con Casalecchi­o, il Savena con San Lazzaro e Corticella con Castelmagg­iore — dice Schiavone —. Per le superiori invece vogliamo estendere il protocollo anche alle scuole della provincia».

Schiavone Abbiamo sistemato più di una decina di bambini negli ultimi giorni Ci stiamo adoperando per trovare un posto a tutti, ma non mancano spazi e docenti

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