Zuppi: «Bologna? Non è insicura Ma anche qui vanno date risposte»
La messa per la polizia: «Piazza Verdi non diventi un problema più grande di quel che è»
«Venendo da Roma, dico che Bologna non è una città particolarmente insicura, anche se ha problematiche e domande cui dare risposta». Il vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi interviene sulla querelle scatenata da bonghi e bevute fuori orario in piazza Verdi che ha riacceso polemiche e interrogativi annosi sul livello di sicurezza in città e su come intervenire.
Zuppi ne ha parlato in un contesto non casuale, a margine della messa celebrata in san Luca per la Festa di San Michele, patrono della polizia di Stato, davanti al questore Ignazio Coccia e a decine di membri delle forze dell’ordine. «Piazza Verdi? Il problema c’è sempre stato — ha detto Zuppi —. Si tratta anche qui di trovare risposte adeguate, senza che diventi un problema più grande di quello che è».
Fin qui le dichiarazioni ai cronisti. Ma anche nella sua omelia, Zuppi ha affrontato il tema della sicurezza, invitando a guardarlo da una prospettiva relativa. Il vescovo ha iniziato da un ringraziamento alle forze dell’ordine che affrontano «difficoltà» quotidiane con «spirito di sacrificio». La linea da seguire, ha detto Zuppi, dev’essere quella di un’azione che sia «contro ogni logica divisiva». «C’è tanta paura — ha proseguito l’arcivescovo —. Qualche volta giustificata, bisogna rispondere con la difesa del bene comune».
Zuppi è però convinto che il dibattito pubblico sulla sicurezza e gli interventi successivi debbano partire da un’analisi dei fatti che si tenga a debita distanza da paure ingiustificate e montate ad arte. «C’è l’impressione di molta insicurezza ma siamo in una delle zone del mondo più protette — ha aggiunto — . Dobbiamo continuare a proteggerci ma anche a ridurre le paure e ad affrontarle per quello che sono, capire chi è il vero nemico». Il vescovo si è infine scagliato contro «la corruzione e l’interesse privato che consente qualunque iniziativa, le dipendenze che distruggono l’uomo e la convivenza tra gli uomini».
Su piazza Verdi, conclusa la messa in San Luca, è intervenuto anche il questore Ignazio Coccia, all’indomani della riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza che aveva discusso i possibili interventi in zona universitaria con il sindaco Virginio Merola, il prefetto Ennio Mario Sodano e il rettore Francesco Ubertini.
Il summit si era concluso con la decisione congiunta di rafforzare «ulteriormente» i dispositivi di controllo, vigilanza e osservazione in atto. Coccia ha definito ieri «fecondo» e «molto proficuo» l’esito della riunione. E ha aggiunto: «Su piazza Verdi vedremo come articolare, ma i problemi non si risolvono dall’oggi al domani. Sono state messe e fuoco le problematiche, si è discusso su cose già note dai giorni precedenti. Già aver riunito il Comitato su questi temi vuole dire che su determinate problematiche occorre un lavoro sinergico».
Anche Coccia però, sull’onda lunga di Zuppi, tende a smorzare l’allarme relativizzandolo: «Bologna è una grande città del centro-nord, ha sicuramente problemi di sicurezza ma non faccio mai classifiche di maggior o minore sicurezza — dice —. Per assurdo, in una realtà relativamente tranquilla la comunità richiede step di sicurezza sempre maggiori. È un confronto quotidiano e cerchiamo di vincerlo».
Le ferite aperte, che tengono banco (anche) sotto le Due Torri, però, non mancano. Coccia cita quelle «di tutte le città, dallo spaccio allo stesso problema della convivenza in alcune zone», fino al problema più generale e globale del «terrorismo e delle misure per contrastarlo che abbiamo».
Sulla vicenda di piazza Verdi e dintorni, il sindaco Virginio Merola, interpellato oggi in Comune, si è limitato invece a pochissime parole: «Vedrete i fatti».
Il questore I problemi non si risolvono dall’oggi al domani in una realtà relativamente tranquilla la comunità richiede step di sicurezza sempre maggiori