I pranzi truccati dell’Apt Grassi sospeso sei mesi Ma i grillini: «Non basta»
L’Azienda gli blocca anche lo stipendio: «Ci deve 5.230 euro» Soddisfatto l’assessore al Turismo: «Avevo chiesto chiarezza»
Apt ha concluso la sua istruttoria interna. Ci sono «irregolarità» per 5.230 euro nei giustificativi che l’ex capo ufficio stampa Fabio Grassi ha presentato all’azienda di promozione turistica della Regione per farsi rimborsare pranzi, cene e pieni di benzina. Apt ha deciso di «punire» Grassi con 180 giorni di sospensione dallo stipendio e la restituzione di 5.230 euro di rimborsi illeciti.
È questo l’esito della conciliazione firmata ieri dalla presidente di Apt Servizi, Liviana Zanetti, e dai legali di Grassi. Si conclude per il momento, in attesa di eventuali sviluppi giudiziari, il caso sollevato dal Corriere di Bologna lo scorso agosto con la testimonianza (registrata) di un incontro tra Grassi e la nostra collaboratrice Anna Budini, che l’allora capo ufficio stampa voleva convincere a dire il falso su due pranzi ai quali, in realtà, lei non aveva mai partecipato. Il M5S aveva da poco presentato un esposto alla Corte dei conti chiedendo approfondimenti su pranzi, cene e soggiorni pagati negli anni da Apt a numerosi giornalisti italiani e stranieri. Quando ha appreso la notizia, Grassi, ha convocato la Budini e altri due colleghi romagnoli che aveva inserito nell’elenco dei giustificativi per alcuni pranzi in Riviera senza che nessuno dei tre fosse mai stato invitato al ristorante.
Secondo le indagini interne di Apt, quei rimborsi sono stati truccati. E la lista dei giustificativi falsi è anche più consistente. «All’indomani della rivelazione pubblicata dal quotidiano — commenta la presidente di Apt Liviana Zanetti — abbiamo subito dato il via ad una serie di controlli sui giustificativi prodotti dal dipendente nel corso degli ultimi anni. Dall’analisi effettuata sono emerse irregolarità per 5.230 euro». E poi: «Al di là dell’entità dei rimborsi, che ci saranno restituiti — prosegue la presidente — resta aperta la valutazione di eventuali responsabilità e danni risarcibili che saranno oggetto di accertamento nelle sedi competenti». Si dice soddisfatto anche l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini: «Avevo chiesto da subito chiarezza su questa vicenda — commenta Corsini —. Mi pare di poter dire che l’azienda ha fatto ciò che doveva fare, affrontando il caso con rapidità ed efficacia». Per Corsini, si chiude così «per la parte che riguarda l’azienda, una vicenda spiacevole che, tuttavia, non ha mai interferito sull’importante azione di Apt».
I grillini però non ci stanno e chiedono di andare fino in fondo: «Una sospensione a tempo determinato — obietta la consigliera regionale Raffaella Sensoli — ci sembra davvero troppo poco per una persona che ha candidamente ammesso di aver truccato le note spese. E poi non si capisce se la cifra si riferisce solo al 2015. L’indagine è stata talmente interna che nessuno ne conosce le modalità e i contenuti. A questo punto vogliamo vederci chiaro sugli anni precedenti. Apt intende procedere anche in sede legale contro il suo dipendente?».