Dante e l’etica ambientale
un tema che presenta molti complessi profili che si intrecciano, e costringe istituzioni pubbliche e cittadini a mobilitarsi. L’Università di Bologna, nel contesto della «Notte europea dei ricercatori», in programma il prossimo venerdì 30 settembre, ha riservato una sessione «Alla ricerca di… l’ambiente che verrà». Ancora a Ravenna, nella cornice delle iniziative che esaltano la vocazione del campus universitario all’analisi delle problematiche ambientali, il 23 settembre scorso è stata inaugurata la mostra fotografica di Giampiero Corelli (aperta sino al 9 ottobre), inserita nell’ambito del Progetto «Dante Eco», che coniuga percorsi di tutela dell’eco-sistema ed educazione culturale, muovendo dal pensiero di Dante Alighieri (di cui la città romagnola custodisce gelosamente le spoglie), Gioacchino da Fiore e Francesco d’Assisi (www.spiritogreen.it). L’esposizione affronta in modo inedito la relazione Uomo-Natura e risponde all’esigenza di delineare un nuovo modello comportamentale, culturale prima che giuridico, incentrato su una tavola di valori condivisa, più che su norme manifesto con mero effetto simbolico. Il viaggio che viene proposto, come quello intrapreso dal Sommo Poeta, inizia (e non può essere diversamente) dall’«etica» individuale: punto di partenza non scontato, a voler considerare le molte licenze che parecchi si concedono in ogni settore dell’attività umana. Ma l’etica non è solo appannaggio delle persone: essa è propria anche dell’impresa. Il Dipartimento del Tesoro ha posto in consultazione, per la seconda volta nel giro di pochi mesi, lo schema di disegno di decreto legislativo attuativo della Direttiva europea 2014/95 che stabilisce per determinate imprese obblighi di fornire informazioni di carattere non finanziario, finalizzate a illustrare l’attività aziendale, il relativo andamento, i risultati e le ripercussioni in termini ambientali, sociali, di salute e sicurezza, rispetto dei diritti umani, contrasto alla corruzione. Il principio della «responsabilità sociale» comporta non solo la redazione del bilancio sociale, ma anche l’impegno a fornire maggiori notizie sul modus operandi dell’ente. Obiettivo encomiabile e che fa onore a quanti riusciranno a rispettare i canoni richiesti, auspicabilmente senza incorrere nelle sanzioni (anche indirette) cui ogni dichiarazione espone il rispettivo autore, per ciò che esprime e per ciò su cui tace: è lo scotto ineluttabile dell’impiego di un linguaggio ibrido, suscettivo di interpretazioni difformi.