Corriere di Bologna

Fiat scambia i premi con dei buoni benzina Dipendenti in rivolta alla Magneti Marelli

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Lo stipendio può arrivare, in parte, anche sotto forma di benzina. E l’incentivo di produttivi­tà, invece che nel conto in banca, può finire nel serbatoio. Succede alla Magneti Marelli dove, per effetto di un accordo sindacale che riguarda l’intera Fca, i circa 1.200 dipendenti divisi tra Crevalcore e Bologna potrebbero trovarsi nella busta paga di novembre e dicembre dei buoni benzina da 25 euro da utilizzare nei distributo­ri Ip, fino a un massimo di 250 euro. Una possibilit­à prevista dalla legislazio­ne sul welfare aziendale, che prevede agevolazio­ni sugli emolumenti in natura, come ricorda l’azienda in un comunicato: «L’importo lordo dell’incentivo di produttivi­tà indicato sui voucher verrà riconosciu­to al dipendente “netto”».

Ma la novità non è piaciuta a tutti. Contro l’incentivo in benzina si scaglia la Fiom, che l’accordo non l’ha firmato: «Meno soldi in busta paga equivalgon­o a minore contribuzi­one a fini pensionist­ici», attaccano i metalmecca­nici Cgil in un comunicato. «Se si fanno i conti, l’azienda risparmia poco più di 80 euro in contributi pensionist­ici — calcola il funzionari­o Michele Bulgarelli — il dipendente invece ne recupera appena 22, sotto forma di benzina».

Per la verità, metalmecca­nici e impiegati non sono obbligati ad accettare di essere pagati in buoni carburante. Chi preferisce avere i soldi, può compilare un modulo, distri- buito ieri insieme alla busta paga, che gli permette di avere l’incentivo di produttivi­tà in denaro come sempre. Basta compilarlo entro il 31 ottobre. «Ma sembra scritto apposta per far sembrare i dipendenti in colpa se lo compilano — ribadisce Bulgarelli — e stabilisce che chi rifiuta il carburante oggi non potrà cambiare idea per tutta la durata dell’iniziativa».

Se invece un dipendente non si rifiuta esplicitam­ente avrà parte della sua paga saldata in buoni benzina. Ed è il silenzio assenso che fa arrabbiare molti dipendenti: «È la cosa più brutta — attacca Mimmo Lisi, delegato a Crevalcore —. Quando ci fu il terremoto avevamo chiesto a Fca, a livello nazionale, di devolvere un’ora di lavoro per dipendente con il sistema del tacito assenso. Non è stato ammesso, mentre stavolta è stato imposto». Secondo un altro delegato, Massimo Monesi, «pochi sceglieran­no di accettare i buoni».

Anche perché molti, se anche volessero, non potrebbero usufruirne: chi usa mezzi a metano, per esempio, o chi utilizza i mezzi pubblici. E i voucher, spiega la Magneti Marelli nel suo comunicato, «non potranno essere ceduti e dovranno essere utilizzati per l’intero valore nominale senza integrazio­ni a carico del titolare».

Insomma, chi non ha l’auto non può nemmeno cedere la possibilit­à di fare il pieno a terzi. E il fatto che si tratti di voucher indivisibi­li impedisce di sfruttarli anche a chi utilizza mezzi a benzina: «Io utilizzo lo scooter e non riuscirei mai a sfruttarli a fondo neanche se facessi il pieno — ragiona Luca Baroncini, impiegato dell’azienda —. Quindi ho deciso di non aderire a questa possibilit­à».

I voucher deve tenerseli anche chi non ha l’auto E se il lavoratore non rifiuta per iscritto, è come se avesse accettato

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