Confindustria Emilia, Vacchi fino al 2018
Sarà presidente per due anni. Il 5 dicembre la ratifica delle assemblee. «Rafforziamo filiere e patrimonio»
Manca l’ultimo passaggio formale, poi la nascita di Confindustria Emilia sarà realtà. A due anni dalla lettera d’intenti, firmata nell’ottobre 2014, in cui i presidenti delle associazioni degli industriali di Bologna, Modena e Ferrara annunciavano di volere dar vita a un’unica associazione, i tre parlamentini hanno dato il via libera al progetto di fusione. A questo punto mancano solo le assemblee straordinarie, che si svolgeranno in contemporanea il 5 dicembre per permettere agli imprenditori associati di votare il progetto.
Il presidente sarà il numero uno di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi. Come vice avrà i suoi omologhi Valter Caiumi (Modena) e Riccardo Maiarelli (Ferrara): i tre saranno a capo di un consiglio di presidenza che avrà 21 membri, mentre il consiglio generale ne conterà 134. Gli organi rimarranno in carica due anni, fino al dicembre 2018, per gestire il periodo di transizione da tre a una associazione.
Un’operazione che, per Vacchi, ha numerosi vantaggi: «Riuscendo ad accorpare questi tipi di attività, normalmente il livello dei servizi deve migliorare – è il ragionamento -. L’obiettivo non è ridurre il numero dei collaboratori, ma di migliorare». Un altro obiettivo, più a lungo termine, è «riuscire a ridimensionare, nel tempo, i gettiti contributivi, cioè quello che le imprese devono all’associazione». Complessivamente la nuova associazione territoriale conterà, calcola Vacchi, «oltre 3.000 imprese, per un totale di circa 170.000 dipendenti».
Per il futuro Vacchi tende la mano a Reggio Emilia, che due anni fa si sfilò dal progetto: «Confindustria Emilia è per definizione aperta a nuove aggregazioni. Lo era con Reggio e spera ancora che possa esserci Reggio. Questo è un primo passaggio che può rimanere tale e può aumentare, non dipende solo da noi. Dipende dalla disponibilità di altri a questo tipo di percorso». Sulle prime decisioni che Confindustria Emilia sarà chiamata a prendere Vacchi non si sbilancia, ma una traccia c’è già: «Abbiamo visioni molto comuni sul ruolo del manifatturiero nella produzione della nostra economia, senza escludere terziario e mondo dei servizi». Le filiere, già parte del suo programma da candidato alla presidenza di Confindustria nazionale, e le eccellenze del territorio «costituiranno un una spina dorsale che darà forza al tipo di supporto che un’associazione come la nostra dovrà dare alle imprese».
La fusione tra le tre associazioni, però, significa anche un soggetto con un patrimonio molto più grande di quello di cui disponeva ciascuna finora: «Uno degli aspetti importanti è il rafforzamento patrimoniale – sottolinea il presidente di Unindustria – non tanto perché sia determinante aumentare in via indefinita il patrimonio, quanto perché si riesce a costruire percorsi e progetti, certamente di maggior peso, a supporto delle imprese. Credo che la base patrimoniale da cui si parte sia interessante per poter proseguire in quello che le singole associazioni hanno costruito in questi anni».
Da Confindustria Modena, Valter Caiumi sottolinea come si siano «raggiunti nei tempi previsti i passaggi chiave per un progetto articolato e condiviso». Mentre il leader degli industriali ferraresi, Riccardo Maiarelli, esulta per «un risultato che riteniamo assolutamente strategico per il nostro territorio».
Restiamo aperti a un ingresso di Reggio, mi auguro in futuro si possa fare