LA BATTAGLIA ANTI PLAGIO DEL PROF NON COINVOLGA GLI STUDENTI
Può ben essere che quanto scritto dal prof. Picci possa apparirLe diseducativo ma la realtà è che la lettera in questione è l’ultima di una lunga serie (inviate non solo dal prof. Picci ma anche da altri colleghi) alle quali mai è stata data una risposta di sostanza. Solo con una clamorosa provocazione è stato finalmente possibile ottenere quell’attenzione che doveva essere garantita da un rettore che appare più interessato a «sopire e quetare» che a prendere provvedimenti indispensabili. C’è solo da sperare che anziché punire i colpevoli non si voglia sanzionare chi, a proprio rischio, ha cercato di mantenere alto il prestigio dell’ateneo a salvaguardia di tanti colleghi che con pieno merito svolgono la loro opera di ricercatori e docenti. Caro Professor Neri, non si risenta per la franchezza con la quale le rispondo, ma la ritengo un atto di rispetto per la posizione di duro confronto etico con l’autorità accademica su un tema molto sensibile, che lei sostiene con convinzione. Ebbene, parto da quel «può ben essere» con il quale comincia il suo scritto, concedendo che la così clamorosa lettera del prof. Picci agli studenti possa apparirmi diseducativa. Ebbene, gentile professore, desidero correggerla su un punto. Non solo mi appare, sono proprio convinto che sia diseducativo coinvolgere gli studenti in una battaglia tra docenti, per di più come provocazione per ottenere, diciamo così, la conversione del Rettore sulle posizioni desiderate. Mi viene da dire, in modo molto esplicito: giù le mani dai giovani. Sono la nostra speranza per il futuro, e questa speranza risiede, in primis, sulla loro pulizia morale, per ripulire le aree della nostra società, purtroppo vaste, dove l’igiene manca. Il messaggio che implicitamente è partito (lo fanno altri, posso farlo anch’io) ha dentro di sé un pericoloso baco educativo. Il rimedio non sta in una sorta di referendum per stabilire se la maggioranza vuole o no il rispetto delle regole antiplagio. Se in un campo di calcio, scusi il paragone non all’altezza del dibattito, i giocatori non vogliono più il fuorigioco, l’arbitro non può far finta di non vederlo e quindi non fischiare il fallo. Tanto più quando si è dichiarato sostenitore della regola, fino a fare una dura battaglia per ottenere che vengano messi fuori gioco quelli che non la rispettano. Concludo confermando anche che trasparenza e coerenza sono più che mai necessarie dentro l’università, perciò condivido senza riserve l’editoriale firmato giovedì scorso da Simone Sabattini. È su questo terreno che va condotta la lotta, contro i professori copioni, se e quando copiare diventa furto del lavoro altrui e affinché l’Ateneo sia davvero una casa di vetro. degli organi competenti non venga preso in esame questo progetto. Anche negli incontri con i cittadini il passante di mezzo non viene visto come una valida alternativa in quanto risolve solo parzialmente il problema traffico lasciando invece il problema smog e creando notevoli disagi. Si è già perso troppo tempo.
il nodo di Bologna è strategico per il nostro territorio e per la viabilità nazionale ed europea, quindi ci si rimbocchi le maniche e gli enti competenti e responsabili, assieme alle competenze presenti nel territorio e alla città tutta, decidano. È possibile perdere qualche mese in più (non servono certo ancora altri 20 anni in quanto già tutto è stato detto) ragionando a tutto campo e non, come finora si è fatto, sull’onda di emergenze del momento e a scatola chiusa su progetti «prendere o lasciare» su cui i cittadini non sembrano avere i maggiori vantaggi.