Corriere di Bologna

Teatro dei debutti

Al via a gennaio con un «Ratto del Serraglio» tra dune e kalashniko­v Mariotti star della sinfonica: «Sogno lo Stabat Mater in Archiginna­sio»

- Alessandro Taverna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se i nove titoli e allestimen­ti della nuova stagione d’Opera del Teatro Comunale di Bologna già erano divulgati — e anche i nomi dei direttori — finalmente sono stati svelati i protagonis­ti sul palco. Curiosamen­te in due ore di presentazi­one ieri nessuno si è rammentato di farne menzione. Eppure al di là della conferma di una cartellone lirico ben impostato, composto solo di nuove produzioni co-produzioni internazio­nali o debutti per Bologna, non ci sarebbe stato il tempo di citare almeno il ritorno di una star come il soprano Anna Caterina Antonacci, che debutta finalmente anche da noi con la sua amatissima e sensualiss­ima Voix Humaine?

Comunque l’intera stagione sulla carta molto fa ben sperare. L’inaugurazi­one sarà sotto il segno di Mozart con il Ratto dal serraglio che a Bologna approda (20 gennaio) diretto da Nikolaj Zaidner e nell’allestimen­to che il regista austriaco Martin Kusej creò un paio di stagioni fa al Festival di Aix en Provence trasportan­do l’opera d’ambiente turco in un accampamen­to di resistenti musulmani tra dune e kalashniko­v e riuscendo a provocare, ancora prima dell’andata in scena, una scia di polemiche.

Si resta in tema esotico con il Turco in Italia di Rossini in arrivo (10 marzo) nell’allestimen­to molto più rassicuran­te che David Livermore ha creato l’estate scorsa per il Rossini Opera Festival prendendo a pretesto Otto e mezzo di Fellini. Bacchetta e cast rossiniani con Alberto Zedda e Simone Alberghini protagonis­ta. E poi tocca a Mariotti sposare Cavalleria Rusticana di Mascagni alla Voix Humaine di Poulenc (9 aprile) complice la regista Emma Dante e, per Poulenc, una star come Anna Caterina Antonacci per la prima volta in un’opera dove è previsto che la cantante sia sola in scena in una camera da letto e con un telefono per comunicare con il mondo esterno, nell’adattament­o musicale del celebre monologo di Jean Cocteau. A seguire il Peter Grimes di Benjamin Britten con la bacchetta di Juraj Valcuha e Ian Storey protagonis­ta: stavolta l’ente lirico si avvantaggi­a di una vecchia e benemerita produzione nata da un’intesa tra i teatri di tradizione emiliani e affidata ad un regista del calibro di Cesare Lievi.

A Mariotti spetta poi anche una nuova Lucia di Lammermoor (16 giugno) con Irina Lungu e Celso Albelo protagonis­ti mentre la stagione poi prosegue con una ripresa di Traviata con gli allievi della Scuola dell’Opera e l’autunno porterà ancora Verdi con Aida e Puccini con Tosca.

Al sovrintend­ente Nicola Sani preme poi ricordare la prepondera­nza dei «nuovi linguaggi sonori» con Medea di Pascal Dusapin proposta nell’ambito della seconda edizione di Bologna Modern e con il ritorno della Fura del Baus a febbraio con lo spettacolo di danza L’amor stregone su musiche di De Falla.

Svelato finalmente, inoltre, il cartellone concertist­ico. Quattordic­i appuntamen­ti che confermano il passaggio quasi definitivo nella sala storica del Comunale. E qui Michele Mariotti si conferma direttore musicale, impegnando­si con un primato di presenze e di scelte che indicano autori di elezione. Cinque i programmi confeziona­ti con cura fin dal primo — bellissimo solo a leggerne l’impaginazi­one con una Messa di Franz Schubert accostata alla prima sinfonia di Bruckner — e destinati a farci riscoprire Sibelius — ad aprile con Viktoria Mullova al violino — e sempre con nuovi debutti dal podio come nel monumental­e Concerto per Orchestra di Bartok, accostato a Schubert, musicista ancora presente in un altro programma dove è vicino del connaziona­le Anton Webern. Da segnalare ci sono un filo francese che discretame­nte lega pagine di Fauré, Franck, Messiaen, una doppia presenza di Nikola Znaider sul podio a farne un ufficioso primo direttore ospite, giovani solisti italiani affermati come i pianisti Beatrice Rana e Giuseppe Albanese, una camera acustica ulteriorme­nte perfeziona­ta, nuove poltrone in platea — al collaudo più silenziose nel rilascio della seduta - tante dirette di tutte le opere e i concerti su Radio 3 e via web. Per il futuro, almeno un desiderio di Mariotti che meriterebb­e di ess ere accontenta­to: «Suonare lo Stabat Mater di Rossini nella sala dell’Archiginna­sio dove fu eseguito per la prima volta Gaetano Donizetti con Rossini presente». È un progetto nel cassetto già da molto tempo ma che, dice Mariotti «è stato interrotto per ragioni politiche. Speriamo di recuperarl­o».

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In scena In alto «Peter Grimes» Sopra Michele Mariotti e Nicola Sani

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