Corriere di Bologna

La mostra «Dopo Morandi» perde un pezzo

L’artista Calzolari ritira una sua opera. Il curatore Barilli: «Non accetta la storia»

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bologna dopo Morandi perde un pezzo. L’artista Pier Paolo Calzolari ha infatti fatto ritirare una propria opera dalla mostra curata da Renato Barilli e inaugurata giovedì scorso a Palazzo Fava. Incidente di percorso rumoroso, ma anche piuttosto tipico quando, come in questo caso, il pensiero dell’artista differisce da quello del critico, in tutto. La diatriba è esplosa pochi giorni dopo il vernissage, per vie legali con una comunicazi­one al professor Barilli dell’avvocato Andrea Pizzi che difende Calzolari, ora e da anni residente in Portogallo e che non ha visto la mostra, ma solo i testi e il catalogo. Da ieri mattina quindi la sua opera di sale e piombo, Senza titolo (dittico del 1986), è tornata nella Galleria De’ Foscherari che ne è proprietar­ia. Al suo posto, nella stazione VIII, i visitatori troveranno un foglio in cui i curatori spiegano che l’artista ha voluto questo poiché non contento della stanza in cui era finito, quella legata al periodo del cosiddetto Studio Bentivogli­o di via Belle Arti dove il giovanissi­mo Pier Paolo (1943) già lavorava. Sostanzial­mente Calzolari contesta la ricostruzi­one storica di Barilli che al centro del palazzo del Terribilia, da sempre luogo di studi d’artista (anche ieri sera c’era un evento con la neodirettr­ice di Arte Fiera Angela Vettese e il pittore Flavio Favelli), pone nei primi anni 70 Vasco Bendini, quarantenn­e, e lascia a Calzolari, di vent’anni più giovane, il ruolo di pupillo promettent­e.

«Calzolari è un artista un po’ particolar­e», spiega Barilli, «e non ammette la preminenza, in quel momento, di quello che poi era già allora suo suocero, avendo lui sposato Ginestra, la figlia. Io però, come ho scritto anche nel catalogo, la penso così: Bendini allora era un numero 1 e Calzolari era alle prime armi. Di fatto non accetta neppure il concetto di ‘scuola Bentivogli­o’: è talmente narcisista che non vuole avere a che fare col suocero, morto un anno fa, che aveva ottima fama nazionale, mentre Calzolari, con l’approdo all’Arte Povera, ha raggiunto successi internazio­nali». «Un errore però l’ho fatto», prosegue, «ho scritto, nel distico della Stazione VIII a Palazzo Fava, che quelle stanze le aveva prese in affitto Bendini, e invece era stato il giovane Calzolari. Correzione immediata». In totale accordo con Barilli il presidente di Genus Bononiae, Fabio Roversi Monaco.

 ??  ?? Vetrina Un momento del vernissage di «Bologna dopo Morandi», la mostra curata da Renato Barilli per Genus Bononiae a Palazzo Fava Lo storico dell’arte ha tracciato un excursus delle produzioni artistiche della città dell’ultimo secolo
Vetrina Un momento del vernissage di «Bologna dopo Morandi», la mostra curata da Renato Barilli per Genus Bononiae a Palazzo Fava Lo storico dell’arte ha tracciato un excursus delle produzioni artistiche della città dell’ultimo secolo

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