Corriere di Bologna

TURCI CRITICO «PROGETTO SBALLATO FIN DALL’INIZIO»

Le telefonate tra i dem e il tesoriere di via Rivani

- Di Marco Marozzi

«Un progetto sballato fin dall’inizio. Ma è paradossal­e pensare a pressioni stile mafia», dice l’ex presidente della Regione e di Legacoop, Lanfranco Turci. «È il classico rapporto fra imprese di costruzion­i, non solo cooperativ­e, e le amministra­zioni locali — continua —. Poi è vero che oggi i manager hanno troppo potere e ormai conta solo il profitto».

L’inchiesta sulla Colata di Idice non turba solo i sonni dei dirigenti di Legacoop. Pure dentro al Pd le indagini della Procura, dopo le denunce della sindaca renziana di San Lazzaro Isabella Conti, provocano tensione. Più che il ruolo dell’ex sindaco Aldo Bacchiocch­i e di quello di Castenaso Stefano Sermenghi (entrambi sotto inchiesta), è quello del tesoriere di via Rivani Carlo Castelli (anch’egli destinatar­io del fine indagine) a turbare i Dem.

Il 16 gennaio del 2015, quando la vicenda di Idice è su tutti i giornali, Castelli viene sentito in Procura. Racconta due episodi: le preoccupaz­ioni che gli rivolge Claudio Merighi, ai tempi dirigente di Coop Costruzion­i, già vicesindac­o del Pd della giunta Delbono, e quelle di Mauro Roda, presidente della Fondazione Duemila, la cassaforte del partito (nessuno dei due convolto nell’inchiesta). Castelli ha modo di parlarne con la Conti in due occasioni nella sede del Pd. La prima il 28 luglio 2014, quando le chiede di «valutare tutto il possibile per non danneggiar­e le coop». La seconda il 23 novembre (due giorni dopo l’avvio del procedimen­to di decadenza del Poc), in una riunione sul voto delle Regionali, quando Castelli le riporta il «giudizio negativo» sul suo operato da parte di Roda.

«Non ho parlato della vicenda di Idice con altre persone, né sono stato contattato da alcuno», racconterà il tesoriere dem in Procura a metà gennaio, senza sapere di essere intercetta­to. E da alcune telefonate con Fabio Querci, responsabi­le Feste Pd (che non è indagato), gli investigat­ori si convincera­nno che in realtà il suo ruolo nella vicenda non è così neutrale. Castelli in quei giorni incontra Bacchiocch­i e Roda, mentre a Querci racconta un elemento sui terreni che colpisce gli investigat­ori. Castelli spiega che «quello che mi ha descritto le carte della convenzion­e, e da quello che mi ha letto, perché c’è una persona che le ha, nel cda di una coop, la Conti è matta». «La cosa che non sapevo — annotano gli inquirenti — sarebbe che il Comune di San Lazzaro ha già ricevuto dei terreni che ha provveduto a vendere, e ha già fatto cassa su quel Poc». Per gli investigat­ori (che individuan­o la fonte di Castelli in uno dei costruttor­i coinvolti nella Colata, Stefano Farneti, ora presidente di Astrale), si tratta di una conversazi­one importante, perché evidenzia la sua conoscenza dei fatti «ben più ampia» di quella raccontata ai pm, e quindi anche «il suo interessam­ento appare ben diverso dalle motivazion­i dichiarate». Quel passaggio, si legge in un’informativ­a all’interno dell’inchiesta, per i costruttor­i potrebbe rappresent­are una falla in vista di un ricorso che poi ci sarà (anche se il Comune si è sempre sentito al sicuro da eventuali penali).

Con Querci le telefonate sono diverse. In un’altra, pochi minuti dopo l’audizione, chiede a Castelli cosa gli hanno chiesto i pm e il tesoriere si concentra sulle domande («anche con una certa insistenza», dice) sui i rapporti tra Pd e Fondazione Duemila. L’altro se ne preoccupa, tanto che gli inquirenti scrivono: «Querci commenta che non vorrebbe che adesso si possa ipotizzare un finanziame­nto illecito, ma Castelli dice che è tutto regolare». Querci non sarà il solo a crucciarsi di un elemento comunque mai toccato dall’inchiesta. Castelli ne parla con il capogruppo a Palazzo d’Accursio Claudio Mazzanti (fuori dai radar dell’indagine), e pure lui è contrariat­o all’idea che gli inquirenti possano «ravanare» nelle carte dell’immobiliar­e vicina al partito.

A Mazzanti non andava che gli inquirenti «ravanasser­o» nelle carte dell’immobiliar­e

 ?? L’ex vicesindac­o ?? Querci si informava sulle indagini Merighi, in Coop Costruzion­i, era preoccupat­o
L’ex vicesindac­o Querci si informava sulle indagini Merighi, in Coop Costruzion­i, era preoccupat­o
 ?? Il responsabi­le della Festa ?? Intercetta­te le chiamate di Carlo Castelli
Il responsabi­le della Festa Intercetta­te le chiamate di Carlo Castelli
 ?? Il tesoriere ??
Il tesoriere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy