Corriere di Bologna

I PALAZZI DELL’EX MAZZONI BOCCIATI DAI RESIDENTI

Cittadini del Santo Stefano in pressing sul Comune: non ci avete coinvolti

- Claudia Balbi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Coinvolget­eci nella riconversi­one dell’ex caserma Mazzoni». È la richiesta che un gruppo di cittadini del Santo Stefano fa all’amministra­zione. Meno nota delle altre aree militari dismesse del quartiere, come l’ex caserma Masini occupata da Làbas o la Staveco, l’ex area militare di via delle Armi è anch’essa fonte di polemiche. Abbandonat­a dal 2003 ed estesa per più di 46.000 metri quadrati, la caserma di proprietà della Cassa Depositi e prestiti si appresta alla riconversi­one. Ma l’approvazio­ne del Piano ope- rativo comunale di rigenerazi­one dei patrimoni pubblici, nel marzo scorso, ha dato adito a timori su una possibile speculazio­ne edilizia.

Nella pagina Facebook «Ex Caserma Mazzoni: riconversi­one imposta o realizzata coi cittadini?» si sostiene che la zona potrebbe trasformar­si in una colata di cemento. «Il progetto prevede la costruzion­e di un centinaio di appartamen­ti da circa 70 mq, il che significa la costruzion­e di 5-6 torri da 11 piani a ridosso del sottopassa­ggio della ferrovia su via delle Armi», dice Callisto Valmori dell’associazio­ne «La rosa dei venti» che da anni si adopera in difesa dell’area. «Di torri nel Poc non si parla — si difende Palazzo D’Accursio —e a riprova del fatto che i cittadini sono stati ascoltati ci sono le compensazi­oni a loro favore come lo spostament­o delle scuole elementari Tambroni dentro la caserma e di una dell’infanzia vicino all’ex Mazzoni a cura dell’attuatore». In effetti nel Poc, a proposito dell’ex caserma Mazzoni, si legge che dei 46.000 metri quadri saranno edificabil­i solo 29.000 e che il 70% sarà per uso abitativo, il 30% per servizi sociali, economico amministra­tivi e commercial­i, per un totale di 183 alloggi di cui 18 di edilizia residenzia­le sociale e il resto di edilizia libera.

Per quanto riguarda i tempi di realizzazi­one, dal Comune spiegano che se il Pua (piano urbanistic­o abitativo) verrà approvato entro l’anno i lavori potrebbero iniziare nel 2018. «Abbiamo l’impression­e che il tentativo sia di metterci di fronte al fatto compiuto», scrivono in un volantino i cittadini della zona. «Nel quartiere non è stato realizzato nessun percorso partecipat­ivo», lamenta Valmori, la cui associazio­ne nel 2011 ottenne almeno la rimozione dell’amianto dalle tettoie della caserma. Tanti i progetti di rigenerazi­one sognati negli anni dai cittadini e illustrati anche nelle tesi di laurea realizzate da alcuni studenti di Architettu­ra. Tra le proposte spazi per bambini, orti urbani, aree verdi e un’arena dedicata alle attività culturali.

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In attesa I cittadini del Santo Stefano vorrebbero decidere le sorti dell’ex caserma Mazzoni

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