Il naufragio del Lazzaretto Tra scheletri di cemento e strade che non esistono
La rabbia delle 110 famiglie nell’unico condominio completato
Si chiama Insula 2, è l’unico condominio venuto alla luce nel maxi progetto di riqualificazione del comparto Bertaliaex Lazzaretto, alle spalle dell’ospedale Maggiore: 140 appartamenti dove attualmente vivono 110 famiglie. L’unica isola che c’è nell’arcipelago di altri palazzi, opere pubbliche e investimenti che si sono fermati da tempo e stentano a ripartire.
Il mare che circonda l’isolotto è fatto di gru e cantieri di altri condomini, fermi o dalla gestazione infinita: lo scheletro di uno degli edifici mai completati dalla ditta Zagnoni è talmente arenato da essere stato ribattezzato «Concordia 2», come la nave crociera del naufragio dell’Isola del Giglio. Dal sesto piano dell’Insula 2, stabile moderno e costruito secondo rigidi criteri per il risparmio energetico, si vedono i piloni del People mover realizzati negli ultimi mesi. Qui nascerà la fermata intermedia della navetta che collegherà stazione e aeroporto: il solo segno tangibile che qualcosa si sta muovendo. A guidarci in tour in questo limbo sono gli abitanti della zona, una settantina, riuniti nel comitato Vivere il Lazzaretto: la presidente Barbara Zironi, il vice Luca Avagliano e gli altri iscritti Michele Alberghini e Angelo Drusiani. Una grande area verde in attesa di rinascita è ancora incolta, abbandonata e periodicamente occupata da capanne e casupole abusive: costeggia il condominio e arriva al confine con i lotti dove l’Università deve realizzare nuove aule e dipartimenti per la facoltà di Ingegneria, oltre a uno studentato. Queste opere rappresentano un impegno dimezzato rispetto ai 77.000 metri quadri di riqualificazione previsti nei primissimi accordi con il Comune, successivamente rielaborati alla luce di un investimento inferiore deciso dall’Ateneo.
In via Terracini per ora rimane solo la prima parte dell’insediamento di Ingegneria, tenendo ferme anche le opere pubbliche a carico dell’Alma Mater. I problemi elencati dai residenti sono tanti: «L’annunciato allargamento a quattro corsie di via Terracini (ora sono 2, ndr) porterà un aumento del traffico in questo tratto dove nei momenti più movimentati circolano già 2.100 macchine l’ora. Chiediamo che con i lavori del Passante di mezzo si pensi a un’uscita in più della tangenziale che serva questa zona in vista del People mover. La raccolta dei rifiuti ha molte pecche e c’è una costante carenza di parcheggi». Girando tra le aree recintate ci si imbatte in scene paradossali: un cartello per esempio indica l’esistenza di via Freud, ma anche il padre della psicanalisi avrebbe mostrato dubbi e perplessità nel cercare la strada e non trovarla, ritrovandosi di fronte un pezzo di campagna incolta. «Quando l’hanno inaugurata in questo stato non capivamo cosa stesse succedendo», dicono ironicamente i residenti. Per un appartamento nell’Insula 2 il costo al metro quadro si aggira sui 3.000-3.200 euro. «Ma abbiamo un solo autobus che serve la zona, il 35, che dalle 14 del sabato al lunedì mattina smette di circolare — sottolinea Zironi — è una linea importante perché collega le facoltà di Ingegneria con quella di Agraria al Caab, passando dalla stazione. Non viene usata solo da chi frequenta l’Università, è utile anche per noi ma il numero di corse non è sufficiente».
A frenare i mega cantieri delle abitazioni sono stati i fallimenti di alcune ditte appaltatrici come Coop Costruzioni, della Pentagruppo, ma anche la nota vicenda dell’interramento dell’elettrodotto, inizialmente a carico totale dell’Università e rimasto azzoppato quando l’Alma Mater ha fatto una parziale marcia indietro. Lo stallo aveva aperto una battaglia legale contro il Comune da parte di alcune ditte che senza quell’intervento non potevano procedere con il lavori. In primavera Palazzo d’Accursio ha reso noto di aver trovato i fondi per finanziare parte dell’interramento, ma i cantieri non sono ancora partiti. «Non abbiamo avuto rassicurazioni su come verrà sotterrato l’elettrodotto — sottolinea Zironi — sopra vogliono farci un parco pubblico, ma senza le dovute precauzioni sarà pericoloso per la salute».
Un cartello stradale indica l’esistenza di via Freud, ma di fronte c’è solo campagna incolta