Sinfonie contemporanee
Dal 14 al 23 ottobre la rassegna di musiche per orchestra con finale jazz
Accade al Teatro Comunale dal 14 al 23 ottobre (e il 20 e il 21 all’Arena del Sole): dieci serate di musica sinfonica per grande orchestra, e anche jazz e opere multimediali. La musica del tempo presente che raramente si ascolta nei teatri italiani. Anzi, rivendica il sovrintendente Nicola Sani, «la nostra è l’unica Fondazione Lirica in Italia che ha in cartellone in abbonamento almeno due opere contemporanee». Questo per la stagione ufficiale.
Ma il festival che si inaugura la prossima settimana è un’altra cosa e mette insieme più soggetti. Si chiama «Bologna Modern» e prende spunto dal Wien Modern realizzato a Vienna da Claudio Abbado 29 anni fa ed è messo a punto dal Comunale e dalla Fondazione Musica Insieme, in collaborazione con la Fondazione Golinelli, Tedx e RoBOt. A titolo personale, inoltre, Marino e Paola Golinelli hanno contribuito con 20 mila euro, come tappa di un sostegno che ha già regalato a Largo Respighi lo strumento giuridico del «trust» per veicolare nuovi investimenti su progetti specifici (già i Golinelli hanno donato 270 mila euro per il rinnovo della sala del Bibiena).
In quanto al programma, se, come dice Sani, «è una vergogna che per ascoltare una composizione di Sciarrino si debba andare a Francoforte», ecco una prima assoluta del compositore nella scaletta del 19 ottobre. Nella stessa sera anche la prima assoluta di Martino Traversa, Images, omaggio a Ravel e Debussy. È proprio Traversa ad ammettere che «è quasi impossibile scrivere per orchestra». Ma l’Orchestra del Comunale non teme difficoltà e gli organizzatori non temono il pubblico. Perché in tutta Europa è normale che il pubblico sia invitato a conoscere gli autori dell’oggi. Bologna Modern inizia dunque il 14 alle con una prima esecuzione assoluta dell’argentino Carlos Roqué Alsina (lui sarà al piano) commissionata dall’Accademia Filarmonica. Si ascolteranno anche Berg, Mendelssohn Bartholdy. Nikolaj Znaider sul podio. Marco Angius dirigerà i concerti del 15 e del 19 durante i quali verranno eseguite le prime assolute du Ode alla luce di Alberto Caprioli e Images insieme a brani di, tra gli altri, Haas, Rihm e Stockhausen. Altra novità assoluta è Pieghe, dilatazioni ed altre dismisure dell’Aperto di Paolo Perezzani, in programma il 22 insieme a titoli di Scelsi, Hosokawa, Oppo (molto caldeggiato da Sani) e Adams, con la bacchetta di Tonino Battista.
L’opera multimediale è quella prevista all’Arena del Sole, Conversazioni con Chomsky 2.0, di Emanuele Casali. Altri due concerti in esclusiva italiana sono curati da Musica Insieme: il clarinettista klezmer Davis Krakauer (il 17) e il trio jazz all star composto da Jack DeJohnette e dai due figli d’arte Ravi Coltrane e Matthew Garrison (il 23). Party finale la stessa domenica con il dj set di Henry Wo curato da RoBOt cui si può partecipare con un biglietto di qualsiasi concerto della rassegna.
«Il Comunale — interviene Marino Golinelli a proposito del suo impegno per il Teatro — rappresenta il centro di una cultura dove la musica porta avanti un linguaggio proteso al futuro, una visione della cultura che nutre il pianeta. Per questo io e mia moglie abbiamo pensato che fosse doveroso dare un sostegno, anche economico». Nasce così il Trust Teatro Comunale, strumento trasparente di finanziamento legato a progetti specifici che verranno comunicati di volta in volta. Ulteriore stimolo ai privati, insieme all’Art Bonus, per investire in cultura.
«Il Comunale — ricorda ancora Golinelli — sta vivendo un momento di sviluppo internazionale». In effetti se da una parte allarga la visione nella scelta dei programmi, dall’altra si dà visibilità: dopo il tour in Giappone ora vola per la prima volta in Messico per partecipare al Festival Internacional Cervantino di Guanajuato per i 400 anni dalla morte di Cervantes. Con un gruppo di 27 elementi tra cast, Orchestra, tecnici e staff propone il dittico Il Maestro di musica e Il Don Chisciotte di Giovanni Battista Martini, il frate bolognese cui è intitolato il Conservatorio.
Sani È una vergogna che per ascoltare una pagina di Sciarrino si debba andare a Francoforte Dobbiamo diventare europei