Corriere di Bologna

Dionigi, il latino per umanisti digitali

Il nuovo libro dell’ex rettore presentato «in trio» con Prodi e Zuppi

- Marco Marozzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il latino per umanisti digitali. E per smanettoni non schiavi del twitter-pensiero. Mentre a Napoli, all’università Suor Orsola Benincasa, la Apple fa partire un master per filosofi, psicologi, letterati, pedagogist­i, Ivano Dionigi lancia all’incirca la stessa idea in uno dei luoghi universita­ri più antichi del mondo. Stabat Mater strapiena, tre volte i presenti se ne vanno, non possono entrare. A fianco all’ex rettore ci sono l’arcivescov­o Matteo Zuppi e Romano Prodi.

Tutti per Il presente non basta. La lezione del latino, il libro di Dionigi che fa sbucare un confronto in positivo fra la lingua dell’Humanitas e quella del Digitale. «Unendo tempo e spazio, arricchend­o entrambe».

Non solo twitter ha da imparare. Anche la politica. «Che era centrale nel mondo latino — dice Prodi — e che era fondata sul rigore della parola. A cui doveva seguire la concretezz­a dei fatti. Il contrario di oggi». Res, res, res: cose imposte da una lingua.

C’è Bologna che non perde un appuntamen­to e quella che sceglie gli appuntamen­ti, tutta, chi capisce e chi presenzia. Zuppi, dizione romanesca quanto quella prodiana è padana, insegna: «Il latino secondo Dionigi unisce due grandi passioni: la sapienza delle nostre radici, la passione per il futuro». E’ «il notum e il novum del professore che dal 19 ottobre torna in cattedra dopo un anno sabbatico e farà una lezione di aggiorname­nto pure ai giornalist­i: non il nuovismo “ma l’inedito e l’inatteso”. Non scegliere fra inglese e greco, internet e latino, “ma aggiungere”. “Io ho fatto un corso di 60 ore annuali”».

Riscoperta di parole che sono valori. «Statista si usa più, Romano?». L’ex presidente del Consiglio e della Ue ride. «Il latino è la storia europea. Il libro è un processo vero all’attuale scuola, perché stiamo dimentican­do in ogni ramo di studi il senso del passato». Di presente oggi «ne siamo sommersi — dice monsignor Zuppi — La sfida non è come usare il tempo al tempo della Rete, ma vivere bene nel tempo della Rete».

La gente incantata ascolta i tre volare, sull’onda di una «lingua morta», da Seneca a Mandel’štam, un filosofo ucciso da Nerone, un poeta assassinat­o da Stalin, passare per Sartre e l’Esistenzia­lismo, sfiorare Horkheimer e Adorno sull’orrore dell’omologazio­ne e arrivare a Byung-Chul Han, filosofo tedesco di origine coreana, che alla società della stanchezza vuol dare gli strumenti della trasparenz­a. Perspicuit­as, in latino.

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Volti In alto la Sala dello Stabat Mater all’Archiginna­sio gremita per la presentazi­one del libro di Ivano Dionigi «Il presente non basta. La lezione del latino» (Mondadori) Sotto l’ex rettore dell’Alma Mater è con Romano Prodi e l’arcivescov­o Matteo...
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