Dionigi, il latino per umanisti digitali
Il nuovo libro dell’ex rettore presentato «in trio» con Prodi e Zuppi
Il latino per umanisti digitali. E per smanettoni non schiavi del twitter-pensiero. Mentre a Napoli, all’università Suor Orsola Benincasa, la Apple fa partire un master per filosofi, psicologi, letterati, pedagogisti, Ivano Dionigi lancia all’incirca la stessa idea in uno dei luoghi universitari più antichi del mondo. Stabat Mater strapiena, tre volte i presenti se ne vanno, non possono entrare. A fianco all’ex rettore ci sono l’arcivescovo Matteo Zuppi e Romano Prodi.
Tutti per Il presente non basta. La lezione del latino, il libro di Dionigi che fa sbucare un confronto in positivo fra la lingua dell’Humanitas e quella del Digitale. «Unendo tempo e spazio, arricchendo entrambe».
Non solo twitter ha da imparare. Anche la politica. «Che era centrale nel mondo latino — dice Prodi — e che era fondata sul rigore della parola. A cui doveva seguire la concretezza dei fatti. Il contrario di oggi». Res, res, res: cose imposte da una lingua.
C’è Bologna che non perde un appuntamento e quella che sceglie gli appuntamenti, tutta, chi capisce e chi presenzia. Zuppi, dizione romanesca quanto quella prodiana è padana, insegna: «Il latino secondo Dionigi unisce due grandi passioni: la sapienza delle nostre radici, la passione per il futuro». E’ «il notum e il novum del professore che dal 19 ottobre torna in cattedra dopo un anno sabbatico e farà una lezione di aggiornamento pure ai giornalisti: non il nuovismo “ma l’inedito e l’inatteso”. Non scegliere fra inglese e greco, internet e latino, “ma aggiungere”. “Io ho fatto un corso di 60 ore annuali”».
Riscoperta di parole che sono valori. «Statista si usa più, Romano?». L’ex presidente del Consiglio e della Ue ride. «Il latino è la storia europea. Il libro è un processo vero all’attuale scuola, perché stiamo dimenticando in ogni ramo di studi il senso del passato». Di presente oggi «ne siamo sommersi — dice monsignor Zuppi — La sfida non è come usare il tempo al tempo della Rete, ma vivere bene nel tempo della Rete».
La gente incantata ascolta i tre volare, sull’onda di una «lingua morta», da Seneca a Mandel’štam, un filosofo ucciso da Nerone, un poeta assassinato da Stalin, passare per Sartre e l’Esistenzialismo, sfiorare Horkheimer e Adorno sull’orrore dell’omologazione e arrivare a Byung-Chul Han, filosofo tedesco di origine coreana, che alla società della stanchezza vuol dare gli strumenti della trasparenza. Perspicuitas, in latino.