Caro Freud, (non) ci manchi Bologna e gli analisti divisi
Il 17 dicembre al San Domenico con i big della psicanalisi si festeggiano i 50 anni della rivisita «Psicoterapia e Scienze Umane». Il numero speciale dà conto di teorie anche divergenti
La teoria freudiana dei sogni? Per alcuni imprescindibile per altri già superata. Stessa sorte anche per il complesso di Edipo, la proiezione amorosa (forse morbosa) verso la madre. Un grande classico. E per altri rivoli ancora, che compongono lo «studio della mente» e delle sue deviazioni.
Ecco il mondo variegato della psicoanalisi. Il proliferare di scuole e teorie che si rincorrono e che non sempre dialogano. Un quadro sorprendente per le diverse visioni è dato dal trimestrale Psicoterapia e Scienze Umane che compie 50 anni e il 17 dicembre festeggerà in città. Con un numero di 290 pagine molto speciale e un’iniziativa pubblica densa di nomi illustri. La rivista, la più diffusa in Italia nel settore, è edita da FrancoAngeli ma ha l’anima in città. Qui infatti si trasferì il «Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia» che, nel 1967, la fondò. Il gruppo era capitanato dal luminare Pier Francesco Galli, oggi direttore della rivista insieme alla moglie Marianna Bolko e a Paolo Migone. L’anniversario sarà celebrato a partire dalle 11 alla Sala Bolognini del San Domenico (Piazza San Domenico 13) con cinque «grandi vecchi» della psicoanalisi italiana (lo stesso Galli, Marcello Cesa-Bianchi, Renzo Canestrari, Alberto Merini, Enzo Spaltro). Tra gli ospiti anche la newyorkese Dagmar Herzog. Sarà proiettato un film sulla rivista mentre Stefano Benni leggerà un testo semi-serio di Rothschild interpretando lui stesso la «Psicoanalisi» raccontando dei suoi vari «amanti» (che a volte l’hanno tradita…).
Dottor Migone, cosa ha di speciale il numero del 50ennale?
«Abbiamo rivolto 12 domande uguali a 62 psicoanalisti internazionali di scuole completamente diverse che per la prima volta si sono esposti, si sono messi a nudo e che mai si sarebbero messi insieme». Che genere di domande? «Abbiamo chiesto le loro opinioni su questioni centrali della psicanalisi e non tutti rispondono allo stesso modo. Nemmeno su Freud». Qualcuno lo rinnega? «Tutti ne riconoscono l’importanza, alcuni rivedono aspetti della sua teoria».
Insomma, l’inconscio esiste ancora?
«Certo... L’inconscio psicoanalitico è stato anche validato empiricamente, però è stato studiato anche il ruolo che hanno altri tipi di funzionamento inconscio, maggiormente studiati dalle scienze cognitive. L’approccio di Freud, che include il maggior numero di variabili (l’influenza dell’ambiente, le motivazioni interne, etc.), è considerato ancora fondamentale. Ne vengono criticati singoli aspetti. E le idee sono diverse».
Partiamo dall’affascinante studio dei sogni.
«Alcuni autori dichiarano che la teoria freudiana del sogno è ancora centrale, mentre Frank J. Sulloway, uno studioso di storia della scienza, è convinto del suo fallimento».
Il vecchio cruccio dei genitori è il complesso di Edipo. È ancora valido?
«Per alcuni sì, ma non per tutti. Alcuni ridimensionano la teoria, affermando che il cosiddetto complesso di Edipo non è la causa ma la conseguenza di problemi relazionali tra genitori e figli. Jerome C. Wakefield sostiene che in certi casi l’idea del complesso di Edipo sia stata addirittura dannosa, causando disagi dei genitori nei confronti della sessualità dei figli».
Ma non è dannosa anche la proliferazione di scuole diverse?
«Per alcuni favorisce il dibattito, per altri è un segno di crisi, di mancanza di un linguaggio comune che permetta un dialogo tra scuole diverse, che tendono spesso a essere autoreferenziali. In medicina, un pluralismo così marcato avrebbe senso».
Una persona che sente il bisogno di una psicoterapia come fa ad orientarsi?
«Bisogna ammettere che non è facile orientarsi, ciascuno ha i propri criteri, appunto a causa del pluralismo di cui si diceva. In genere si chiede agli amici, al vicino di casa, alla persona di cui si ha fiducia o che ha già fatto una esperienza psicoterapeutica. Vi è chi sostiene che l’unico criterio potrebbe essere l’evidenza empirica dei successi terapeutici. Ma la ricerca in psicoterapia è molto complessa, e a volte vengono tratte conclusioni diverse, anche se si vi sono stati notevoli progressi. Recentemente, ad esempio, è emerso che le terapie psicoanalitiche non sono così inferiori a quelle cognitivo-comportamentali come molti credevano una volta». E come è lo stato di salute della psicanalisi?
«Quasi tutti concordano sul fatto che è marginalizzata. Qualcuno parla di “ferita autoindotta”. Alcuni sottolineano anche che i tempi sono cambiati, va di moda la soluzione rapida dei problemi, la liberazione immediata dalla sofferenza, con poco spazio per la riflessione».
E cosa si cerca in alternativa?
«Una volta, per così dire, andavano tutti dallo psicanalista, oggi molti preferiscono spendere i loro soldi andando in palestra, ad esempio. Il disagio sociale è però molto diffuso. Si abusa del termine depressione, e per questo si assumono molti farmaci che però fanno poco. Dietro vi sono disagi più complessi, anche esistenziali, ci si chiede il senso dell’esistenza. I disturbi più diffusi sono quelli che noi definiamo come disturbi di personalità».
Migone Tutti riconoscono l’importan za di Freud, alcuni rivedono aspetti della sua teoria Wakefield per esempio ritiene che l’idea del complesso di Freud sia dannoso Una volta tutti andavano dallo psicanalista, oggi molti preferiscon o andare in palestra ma il disagio sociale è molto diffuso Si abusa del termine depressione e si assumono farmaci che però fanno poco