Corriere di Bologna

Gli studenti e il partigiano cambiano l’inno Imbarazzo Anpi: non c’entriamo

L’inno di studenti e partigiani. L’associazio­ne: iniziativa autonoma da noi

- B. P.

Da «Fratelli d’Italia» a «Fratelli in Italia». Una piccola, quasi impercetti­bile, variazione all’inno nazionale pensata per mettere in risalto il valore dell’accoglienz­a, ma assai poco gradita da Forza Italia. Che per questo è andata subito all’attacco dell’Anpi.

L’associazio­ne è finita nel mirino perché la nuova strofa è stata cantata dagli studenti dell’istituto Aldini Valeriani durante una commemoraz­ione promossa dai partigiani dell’Anpi della Bolognina, poi trasmessa in dal Tgr Rai dell’Emilia-Romagna. A saltar sulla sedia dopo aver ascoltato la versione modificata dell’inno è stato il consiglier­e regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami, che ha chiesto la revoca immediata di ogni finanziame­nto pubblico che l’associazio­ne dei partigiani riceve. «L’Anpi ha ritenuto di cambiare le parole del nostro inno nazionale. Questi qua dimostrano ancora una volta di essere degli anti-italiani, incapaci di amare la nostra Nazione e di essere orgogliosi della nostra identità nazionale. Non si devono permettere — attacca il consiglier­e regionale di Forza Italia — di storpiare per la loro volgare propaganda l’inno d’Italia». Da qui la sua richiesta alle istituzion­i che sovvenzion­ano «lautamente» le iniziative dell’Anpi, di ritirare ogni contributo. «Andassero a lavorare a casa dei clandestin­i se vogliono essere loro fratelli e lasciasser­o stare il nostro inno».

L’Anpi bolognese ha preferito non entrare nella polemica, ma fa sapere che si è trattato di un’iniziativa autonoma della sezione Bolognina (zona dove si trova la scuola Aldini Valeriani) e senza il logo dell’associazio­ne dei partigiani. E il presidente dell’Anpi della Bolognina, Armando Sarti, non ha voluto replicare a Bignami, tenendo solo a specificar­e che «l’idea è venuta ad alcuni studenti dell’istituto, molti di loro migranti di seconda generazion­e». Un variazione che Sarti però ha apprezzato molto, tanto che è intenziona­to a scrivere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per conoscere «qual è la procedura per poter chiedere la modifica dell’inno».

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Insieme Partigiani e studenti cantano l’inno modificato in un fotogramma del Tgr

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