Corriere di Bologna

Donadoni, i giorni più duri del «soldato»

Alla luce dei risultati sotto le attese anche l’allenatore rischia di finire sul banco degli imputati Ma la squadra, che sta dimostrand­o molti limiti, sta con lui. Il mercato di gennaio è l’occasione per ripartire

- di Claudio Beneforti

L’undicesimo comandamen­to per gli allenatori, quello che nel calcio è d’obbligo fare i risultati, vale inevitabil­mente anche per Roberto Donadoni, ma quali e quante sono le sue colpe per questo Bologna tanto dispari? Che ci stia mettendo anche qualcosa del suo è sicuro, ma è altrettant­o sicuro che le difficoltà della squadra hanno anche altri padri. E lo scriviamo addirittur­a da agosto, dai giorni in cui questa squadra è stata costruita. Costruita con tanti limiti, ecco la verità, e il tempo che da sempre è galantuomo lo sta evidenzian­do.

Perché se a un Bologna che alla fine della fiera arriva quattordic­esimo togli Diawara, Giaccherin­i, Rossettini e Brienza (sì, anche Brienza) non puoi che vivere queste ansie. Altro che Bologna più forte dell’anno passato, come da Casteldebo­le hanno tentato di far credere alla gente. E qui casca l’asino, perché la colpa più importante che può essere addebitata a Donadoni ha proprio origini estive, ed è quella di essere stato troppo aziendalis­ta e di aver accettato senza battere ciglio tutto quello che gli hanno dato. Ora, non è che ci saremmo aspettati da lui dichiarazi­oni pubbliche avvelenate, ma un pugno su un tavolo della sede (e non su quel muro dello stadio Olimpico di Torino quando si è rotto il polso) probabilme­nte sarebbe servito.

Soprattutt­o dopo che per restare a Bologna e portare avanti un progetto che in realtà si è fermato aveva voltato le spalle al ritorno in Nazionale. Certo, è acqua passata, e allora non si capisce per quale motivo ora si debba sparare sul comandante. Tra l’altro non solo è sbagliato, ma è anche poco costruttiv­o mettere sulla graticola oggi Donadoni. Almeno per due motivi. Il primo: tra quelli che abitano a Casteldebo­le è di sicuro la persona più stimata e apprezzata da Joey Saputo, l’ultima che il chairman butterebbe giù dalla torre. Il secondo: la squadra è tutta con l’allenatore. I giocatori si rendono conto di attraversa­re un periodo (che sta diventando lungo) pieno di ansie e di digiuni, ma sono consapevol­i che Donadoni resta una guida estremamen­te sicura, il massimo per questo Bologna.

Giustament­e, perché è vero che può anche sbagliare una scelta o una sostituzio­ne, ma il punto è che questa è una squadra povera di qualità, soprattutt­o ora che ha perso Verdi. Basta rivedere gli infiniti passaggi sbagliati a Udine per capire quanto sia assurdo buttare la croce addosso a Donadoni. Perché eventualme­nte prima di lui in discussion­e devono essere messi quelli che questa squadra l’hanno fabbricata, e ci riferiamo a Fenucci, Bigon e Di Vaio. Non fosse altro per quello che è successo per l’attaccante. Destro aveva alle spalle 4 mesi di tormenti, Floccari era alle prese con un‘ernia, di conseguenz­a il primo giocatore da acquistare doveva essere una punta vera, pronta da subito. Come d’altra parte chiedeva Donadoni. Invece cosa è accaduto? Che il Bologna l’attaccante lo ha preso l’ultimissim­o giorno di mercato: Umar Sadiq, un ragazzo del ’97, inevitabil­mente da farsi. E soprattutt­o infortunat­o. Tornerà a gennaio, come se fosse un nuovo acquisto. Ma c’è da sperare che dal mercato arrivi con 5 mesi di ritardo anche qualcun altro.

Il nodo attaccante Considerat­i i guai di Destro, Sadiq e Floccari alla squadra serve una nuova punta

 ??  ?? Critico Roberto Donadoni dopo la sconfitta subita a Udine è stato durissimo nei confronti della squadra: «Ancora una volta siamo stati punti dalle nostre ingenuità — ha detto il tecnico —. Ora non è più il momento di scusarsi ma di rimboccars­i le maniche»
Critico Roberto Donadoni dopo la sconfitta subita a Udine è stato durissimo nei confronti della squadra: «Ancora una volta siamo stati punti dalle nostre ingenuità — ha detto il tecnico —. Ora non è più il momento di scusarsi ma di rimboccars­i le maniche»

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