Sui Colli la roccaforte del Sì «Matteo qui ha sempre vinto»
Dove il Sì ha toccato il suo record cittadino lo ha fatto grazie ai voti di Forza Italia e non del Pd. E non è l’unico paradosso successo domenica in zona Colli. Numeri alla mano, solo così si può spiegare il 59,7% registrato nelle urne, in termini assoluti 2.543 elettori che si sono espressi a favore della riforma della Costituzione. E visto che da queste parti storicamente «gli elettori democratici non superano il migliaio», calcola il segretario del circolo Pd Fabio Magazzino, il soccorso a Renzi è arrivato da destra, dagli elettori che in passato hanno votato per Silvio Berlusconi. E che domenica, contravvenendo agli ordini di partito, si sono mischiati con quelli democratici per dire Sì al referendum. E non è la prima volta.
Accade spesso in zona Colli che i risultati elettorali vengano influenzati, se non stravolti, da questo particolare mix politico. «Durante le primarie tra Bersani e Renzi, qui vinse Renzi e di gran lunga», ricorda Magazzino. Cioè l’opposto di quello che poi accadde a livello nazionale. È andata così anche per il referendum, il Sì ha stravinto mentre in tutta Italia è stato sonoramente sconfitto. E Magazzino non aveva dubbi che il finale fosse questo. «Dove c’è benessere ha prevalso il Sì, mentre le aree più povere hanno fatto pesare il loro status e hanno detto No», è l’analisi del segretario di circolo nemmeno troppo tenera verso Renzi. Ben presto se ne capiscono le ragioni. «Perché io ho votato No, per me la Costituzione è sacra, questa riforma non mi piaceva per nulla. Sapevo di essere in minoranza, ma non è la prima volta».
Proprio così, un segretario di circolo anti riforma alla guida dei tifosi del Sì. «Sono abituato a queste situazioni. Anche per le primarie qui ero tra i pochi a votare Bersani», se la ride Magazzino. Ma appena gli si fa notare che questa zona ha offerto la miglior prestazione del Partito della Nazione, l’umore allora cambia. «Solo a sentirlo nominare mi si accappona la pelle. Io sono per un partito popolare, che tenga assieme operai e imprenditori, ma non della Nazione». Lo stesso sentimento che alla fine ha provato leggendo il testo della riforma bocciata dal referendum. «Nata da un accordo con Berlusconi. Mentre la democrazia — dice — è tutt’altra cosa. Ed è per questo motivo che Renzi ha perso. Non ha convinto tutto il suo partito. Non ha portato a casa tutti i voti degli elettori Pd». Compreso il suo.
L’asse con la destra In questa parte del Santo Stefano la vittoria del Sì è stata spinta dai voti forzisti