Corriere di Bologna

Il treno si guasta, notte al freddo per 250

Fuori uso anche il locomotore di soccorso, il convoglio è rimasto bloccato sette ore a Occhiobell­o

- Ma ria Centuori

Freddo e buio. Un viaggio che sarebbe dovuto durare un’ora e 58 minuti si è trasformat­o in un’odissea di sette ore per i 250 passeggeri del treno regionale veloce 2249.

Partito da Rovigo lunedì sera alle 19.40 non è mai arrivato a Bologna, come invece prevedeva la tabella di marcia per le 21.40. È stato spinto fino a Ferrara. Per ore al freddo all’inizio di un ponte sul Po, vicino a Occhiobell­o, i passeggeri hanno cercato come hanno potuto di riscaldars­i sperando di essere soccorsi al più presto, non potendo scendere dal treno. I soccorsi sono arrivati, o almeno ci hanno provato due volte, ma il primo tentativo è fallito. «Il treno ha subito un guasto al locomotore — spiegano da Trenitalia — e come previsto dal protocollo abbiamo inviato immediatam­ente un altro locomotore in soccorso. È partito da Bologna, per agganciars­i in testa al treno fermo». Purtroppo durante le operazioni c’è stato un altro problema tecnico e a quel punto hanno fatto partire un secondo locomotore, questa volta dalla parte opposta. «Il locomotore che avrebbe dovuto trainare il regionale fino a Ferrara non ha potuto, per un altro problema tecnico, agganciare la motrice del treno in panne — conferma Trenitalia — . È così stato necessario inviare un secondo treno di soccorso, partito da Polesella (Rovigo), che ha raggiunto in coda il regionale e lo ha spinto fino a Ferrara, dove è arrivato verso le 3.30 di notte».

A bordo dei vagoni del regionale non sono mancati momenti di tensione: i 250 passeggeri, spazientit­i per le lunghe ore di attesa, si sono ritrovati a far i conti anche non solo con il freddo, perché a un certo punto i riscaldame­nti hanno smesso di funzionare, ma anche con il buoi, come racconta una passeggera al sito d’informazio­ne estense.com: «Siamo rimasti al buio per le ultime due ore di attesa. Contempora­neamente all’avaria del motore, si è bloccato anche l’impianto di riscaldame­nto, mai più ripristina­to. E in sei ore, nonostante le giacche addosso e l’ammassamen­to delle persone, posso assicurare che il clima era davvero freddo. E poi c’era la sete, la fame e la mancanza d’aria, dal momento che i finestrini erano bloccati. Alcuni passeggeri hanno cominciato ad agitarsi notevolmen­te. Sono state allertate numerosiss­ime volte, nel giro di quelle due ultime ore, le forze dell’ordine e, credo, anche i vigili del fuoco visto che, a cinque minuti dalla partenza, sono stati avvistati nella strada sottostant­e tre o più mezzi del 115 ed alcune volanti».

Immediate le scuse di Trenitalia che ha assicurato il rimborso del biglietto e ha spiegato così il motivo del freddo: «Il locomotore capta dalla linea di alimentazi­one elettrica che corre sopra i binari per ottenere l’energia necessaria per i servizi di bordo come il riscaldame­nto. Il guasto ha impedito al locomotore di alimentars­i, esaurite riserve non è stato più possibile erogare riscaldame­nto». Una quindicina dei 250 passeggeri a Bologna è stata accolta prima di essere messi su altri treni per raggiunger­e le proprie destinazio­ni. Gli altri, dopo l’odissea sono arrivati a casa.

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