Corriere di Bologna

Legge urbanistic­a dubbi in Comune «Stiamo attenti, troppe deroghe»

L’assessore Orioli sulla normativa regionale taglia-cemento: «Quante deroghe al tetto del 3%»

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo l’altolà di urbanisti e ambientali­sti, anche il Comune solleva dubbi e perplessit­à sulla legge urbanistic­a in fase di approvazio­ne in Regione. Per l’assessore comunale Valentina Orioli nel testo sono previste troppe deroghe al 3%, uno stato di cose che «richiede massima attenzione e una fase di monitoragg­io costante». L’assessore ha poi chiuso all’ipotesi del nuovo centro commercial­e in San Donato.

Palazzo D’Accursio chiude all’ipotesi di un nuovo centro commercial­e

Parte lo studio di impatto sulla salute per i residenti che vivono in zona aeroporto

Non mancano i dubbi, tanto che Palazzo d’Accursio si prepara a vigilare sulla futura applicazio­ne della nuova legge sull’urbanistic­a della Regione.

Dopo quelle di alcuni urbanisti e del Movimento 5 Stelle, altre preoccupaz­ioni arrivano questa volta dall’assessore comunale all’Urbanistic­a Valentina Orioli che per la prima volta esprime le sue perplessit­à riguardo al testo che porta la firma del collega di viale Aldo Moro Raffaele Donini. Di fronte a un sostanzial­e semaforo verde, il Comune di Bologna non manca di sottolinea­re però gli aspetti della nuova legge che andranno tenuti sotto controllo.

«Qualche timore» c’è, non si nasconde Orioli ai microfoni di Radio Città del Capo, soprattutt­o riguardo alla soglia del 3% di espansione territoria­le da qui al 2050 che riguarda per lo più l’edilizia residenzia­le. Ma fuori da questa percentual­e, osserva l’assessore, «ci sono tante situazioni che non vengono computate». Detto in altri termini, le deroghe al tetto «sono molte» e quindi è necessaria «un’attenzione molto alta sui processi reali». Un’attenuante non può essere la crisi economica e la previsione di una scarsa domanda da parte dei costruttor­i, perché se è vero che «possiamo anche aspettarci che non succeda molto» non per questo «possiamo abbassare la guardia, perché non sappiamo quale sarà la situazione tra qualche anno». Bisognerà tenere «monitorato quello che succede», ripete l’assessore, in questa fase e «anche dopo l’approvazio­ne del testo».

Sin qui i dubbi di Palazzo d’Accursio, che comunque apprezza il tentativo di Donini di semplifica­re «moltissimo le procedure» di un settore oramai fermo da anni, «e questo lo trovo molto interessan­te», riconosce la Orioli. Una legge che vuole provare a «realizzare un cambiament­o» anche se al momento non si può dire «se avrà successo». In viale Aldo Moro intanto continua il pressing del M5S che chiede di modificare in modo corposo l’impianto della legge. E visto che il testo non è stato ancora licenziato dalla giunta regionale, la consiglier­a pentastell­ata Giulia Gibertoni si appella ancora una volta a Donini chiedendog­li di riaprire il confronto con i sindaci.

Sotto le Torri le questioni aperte sono invece altre, molte delle quali ruotano attorno al tema del nuovo stadio. Perché se da un lato il Comune non chiude sull’ipotesi di realizzare una struttura commercial­e al posto del Cierrebi che aprirebbe le porte al restyling del Dall’Ara, dall’altro non si sente di forzare su un terreno che si trova dall’altra parte della città, a San Donato, nella zona del Meraville. Anche lì si vuole realizzare un nuovo centro commercial­e che sorgerebbe sui terreni della Fondazione Carisbo, ma la strada di questo progetto pare in salita. «L’amministra­zione ha ricevuto una proposta di variante che prevedrebb­e uno sviluppo esclusivam­ente commercial­e con un ampliament­o dell’attuale Meraville», ha spiegato sempre la Orioli. Una proposta, secondo l’assessore, però «in contrasto con quanto a suo tempo concordato e condiviso con i cittadini del quartiere», tanto che l’amministra­zione comunale ha già espresso ai privati che hanno avanzato la proposta le «evidenti difficoltà» presenti.

L’assessore all’Urbanistic­a ha parlato anche dell’aeroporto e della questione legata ai rumori dei voli che colpisce la popolazion­e che vive a stretto contatto con lo scalo bolognese. Su questi cittadini sta per partire non un’indagine epidemiolo­gica ma uno «studio di impatto sulla salute» mettendo a confronto chi vive vicino al Marconi con chi si trova distante. L’obiettivo è capire «se rispetto ad alcuni rischi che studi scientific­i già effettuati collegano all’esposizion­e al rumore, come ipertensio­ne, disturbo del sonno, infarto e altro ancora», ha sottolinea­to l’assessore comunale, «emergano dati preoccupan­ti dal raffronto tra le due popolazion­i». Perché nel caso il Comune è pronto ad «approfondi­re l’indagine».

La legge semplifica le procedure ma qualche timore c’è, l’attenzione dovrà restare alta su quello che accadrà in futuro

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