Psicoradio, dieci anni di storie dentro la mente
Il progetto di Arte e salute, in collaborazione con l’Ausl, compie dieci anni Microfoni, cuffie e pc all’ex Roncati per dare voce al disagio psichico In un libro sono raccolte 473 storie trattate dai reporter dell’emittente
Quando Morena ha iniziato a lavorare a Psicoradio non sapeva come accendere un computer. Ora invece ha aperto un blog tutto suo sulla schizofrenia e ama il lavoro di redazione: «Ti tira fuori quello che la patologia ha nascosto dentro di te. Sono rinata», racconta. Il mezzo con cui il progetto «Psicoradio, la radio della mente», promossa e realizzata da Arte e Salute Onlus in collaborazione con il dipartimento di Salute mentale dell’Ausl, è riuscita a fare tutto ciò è la parola. I microfoni, le cuffie e i pc nella sala di regia che si trova in un’ala dell’ex manicomio Roncati di Bologna, sono gli strumenti che dal 2006 permettono alle voci di Morena e ad altri 12 reporter di viaggiare nell’etere e parlare agli ascoltatori di un mondo ancora inesplorato come quello del disagio psichico e dello stigma sociale che colpisce chi ne soffre.
Un percorso, fatto di tre incontri a settimana che culminano nella realizzazione e nella messa in onda di una puntata trasmessa a livello nazionale sulle frequenze di Radio Popo-
lare Network, che oggi taglia l’importante traguardo dei 10 anni. «Un’idea innovativa perché ha come obiettivo quello di professionalizzare le persone e che risponde al bisogno di sentir parlare in modo diverso del disagio psichico, uscendo dai pregiudizi» spiega Cristina Lasagni, direttrice di Psicoradio, nonché professoressa del dipartimento di Scienze della comunicazione all’università della Svizzera italiana. Un progetto riabilitativo e formativo in redazione durante il quale il personale psichiatrico non è presente tranne che per un’ora alla settimana e che vede invece al fianco dei pazienti tutor esperti di comunicazione.
«L’ultimo servizio che ho fatto è una vox populi, un’intervista fatta per strada, sul tema della pericolosità sociale» racconta Luca, 33 anni, reporter da 4 anni. «Sono appassionato di cinema, adoro Kubrik e Spielberg e ho già fatto due puntate sul tema» confida Lorenzo, 44 anni. In redazione, spiegano, tutti fanno tutto, dallo speakeraggio al montaggio, ma ovviamente ciascuno ha un campo dove si sente più a suo agio. Morena per esempio ama scrivere i comunicati stampa, Luca smanettare sui programmi di montaggio audio e a Lorenzo piace fare le interviste. Cose che prima dell’esperienza in radio i ragazzi non pensavano sarebbero mai stati in grado di fare.
«Ricorderò sempre quando ho intervistato la cantante Diamanda Gala al telefono e l’incontro con una scrittrice che conosce il dolore come Simona Vinci, la vincitrice del premio Campiello», racconta emozionata Morena. «Le riunioni di redazioni sono un po’ noiose — scherza Luca — mi piace di più andare in giro a far domande e mettere la musica rap italiana». Tutte cose «che permettono al paziente di costruire un altro tassello della propria identità, di sentirsi anche giornalista, questo è un lavoro vero» spiega Lasagni.
Dal 2006 sono entrate negli studi di Psicoradio 40 persone e alcune di loro ora stanno bene perché, come spiega Ivonne Donegani, direttrice del dipartimento di Salute mentale, «hanno fatto un percorso che li ha resi attivi e responsabili». E anche perché, come aggiunge il direttore sanitario dell’Ausl Angelo Fioritti, «la salute non coincide con l’assenza della malattia ma si misura in termini di relazioni sociali, di stare bene in mezzo alle altre persone». Numerosi ex-redattori attualmente si stanno reinserendo nella vita sociale e affettiva. E in occasione del decimo compleanno di Psicoradio si possono trovare le loro voci nel libro Psicoradio, 10 e s’ode. una raccolta di 473 psiconews che riunisce le storie trattate dai «cronisti della mente» di Psicoradio, dalle campagne culturali in difesa della legge 180 sulla chiusura dei manicomi o contro la contenzione, alle inchieste sul «sentire le voci», dalla «castrazione sociale» provocata dalla malattia, fino alle emozioni che nascono acoltando una canzone.
Luca L’ultimo servizio è una vox popoli sulla pericolosità sociale Morena Ricordo ancora l’intervista che ho fatto a Diamanda Gala