BIBLIOTECHE, UN PATRIMONIO CHE TUTTO IL MONDO TUTELA
Può pregare i suoi colleghi di non chiamare «studenti» o «studenti antagonisti» quei venti scalmanati che nei giorni scorsi hanno devastato la biblioteca di Lettere? Io frequento da anni questa biblioteca e anche quelle dei dipartimenti vicini: possiedono opere rare e introvabili, comprate in anni di ricerche, costate grosse somme di denaro allo Stato; a volte sono intere biblioteche appartenute a professori che ne hanno fatto donazione all’Università. È dovere del preside della facoltà e del rettore tutelare un simile patrimonio, così come avviene in tutte le biblioteche del mondo, con sistemi di controllo su chi frequenta i locali e chi si appropria indebitamente dei libri, facendo capire che gli edifici dell’Università non sono terra di nessuno, ma sono riservati agli studenti che ogni anno pagano le tasse di iscrizione. Fra l’altro, credo sia difficile trovare un personale delle biblioteche così disponibile verso tutti gli studenti e così preparato ad aiutarli nelle loro ricerche, studenti che a migliaia stanno ore e ore a studiare nella speranza di crearsi un domani migliore. No, quelli che hanno assaltato l’università non sono studenti, ma corpi estranei che cercano di approfittare di qualche eventuale disagio, non per migliorare le condizioni degli studenti, ma per impedire a loro e ai loro professori di fare il proprio dovere. Si può chiedere alla magistratura di valutare l’interruzione di pubblico servizio, di danneggiamento di beni dello Stato, di aggressione alle forze dell’ordine e quant’altro, e di non consentire che fra pochi giorni tornino in quegli edifici a ricominciare a devastarli? Gentile professore Rotelli, la magistratura inquirente ha già fatto sapere la sua linea: mano dura contro gli ultrà della protesta. Per quanto riguarda il suo auspicio conclusivo sullo stop ai protestatari, si vedrà. Tocca a un giudice terzo, come lei ben sa, decidere sulle accuse dei pubblici ministeri. Ma è chiaro che i tempi saranno lunghi, così come vuole il garantismo. Tre gradi di giudizio, nel frattempo molta acqua passa sotto i ponti. Non posso escludere che qualcuno torni sui luoghi caldi dell’università, mentre spero proprio che l’assalto alla biblioteca non abbia il bis. Prendo in considerazione il suo invito a non definire i ribelli come studenti, ma solo perché non merita questa qualificazione chi inscena proteste così offensive del diritto allo studio. Tuttavia non mi rifletto nella sua granitica certezza sul fatto che tutti quelli del Cua e dintorni siano davvero dei «corpi estranei». Concordo invece nel riconoscere nei bibliotecari grandi meriti e passione al servizio della cultura e di chi, giovane o non più giovane, la perfeziona riflettendo sui libri. corsie: chissà, magari funziona. E non importa che tutto il campo dell’esperienza umana che va dal buon senso alla scienza dica che no, tirare righe a caso in mezzo a una strada trafficata è una cattiva idea; mettere in circolazione altre 600 auto in un’area congestionata rallenterà tutti, trasporto pubblico compreso; allargare le strade significa aumentare il traffico e l’inquinamento. Niente da fare: tiriamo diritto e sperimentiamo! Il contrario della sperimentazione è la pianificazione, che poi significa semplicemente pensare e studiare prima di fare. Noi bolognesi non meriteremmo finalmente una classe dirigente capace di pensare e di studiare?