FILM SELVAGGIO JARMUSCH E THE STOOGES
Stasera doppia proiezione (in via Mascarella e in piazzetta Pasolini) di «Gimme Danger», l’omaggio del regista al gruppo con cui Iggy Pop ha iniziato la sua carriera. Giovedì arriverà Jozef van Wissem, per eseguire dal vivo le musiche da lui composte per
È una lettera d’amore al gruppo che ha costruito la colonna sonora della giovinezza di Jim Jarmusch. Gimme Danger, presentato l’anno scorso a Cannes, è l’omaggio che il regista di Paterson ha indirizzato a The Stooges, il gruppo con cui ha iniziato la sua carriera Iggy Pop. Per rendere la forza dirompente della band nata nel 1967 e formata oltre che dall’allora ventenne Iggy Pop, da Ron Asheton, Scott Asheton, Dave Alexander e poi da Steve Mackay, Jarmusch ha realizzato, a suo dire, «un film selvaggio, disordinato, emotivo, divertente, primitivo e sofisticato allo stesso tempo». I 110 minuti del docufilm arrivano ora sul grande schermo, anche se solo per un paio di giorni, oggi e domani. A Bologna, all’Odeon di via Mascarella, fra la proiezione delle 18,30 e quella delle 21 (domani ore 16 e 21) djset a cura del Covo dedicato a The Stooges, mentre al Lumière il film sarà alle 20,30 e alle 22,30. Proprio nella sala della Cineteca, come omaggio a Jarmusch, giovedì alle 22,30 sarà presente il compositore e liutista olandese Jozef van Wissem, che ha collaborato in più di un’occasione con Jarmusch, per eseguire dal vivo le musiche da lui composte per il film Solo gli amanti sopravvivono, girato dal regista di Akron nel 2013. Gimme Danger unisce invece spezzoni di cartoni animati d’epoca, immagini di repertorio e interviste realizzate appositamente, prendendo il titolo da un brano dell’ultimo album degli Stooges. Protagonista assoluto è James Newell Osterberg, Iggy Pop, l’Iguana del Michigan. E’ lui a narrare i suoi esordi alla batteria, suonata nella roulotte in cui è cresciuto, e poi il debutto degli Stooges all’Università del Michigan e le follie sul palcoscenico che lo vedevano lanciarsi in mezzo al pubblico. Dalle sue parole riaffiorano gli incontri con Andy Warhol e David Bowie, gli eccessi, le droghe, i successi e le cadute. Condite dal materiale recuperato dallo stesso Iggy Pop che, non avendo conservato nulla di quel periodo, si è messo a cercarlo «presso amici e co-
noscenti, chiunque sapevo avesse tenuto delle cose su di me e gli Stooges, inclusi i nostri spacciatori». A conferma di quanto sottolineato dallo stesso Jarmusch: «Nessun’altra band della storia del rock’n’roll può competere con la combinazione di pulsazioni primordiali, psichedelia pungente, blues-abilly grind, completati da testi succinti e tormentati e dal ringhio da leopardo di un frontman che incarna Nijinsky, Bruce Lee, Harpo Marx e Arthur Rimbaud. Non ci sono precursori per The Stooges, mentre le band che si sono ispirate a loro sono ormai una legione».