Corriere di Bologna

Gambarelli ci prova «Musei e bibliotech­e aperti anche di sera»

Nel mandato dei cda delle Istituzion­i compare l’ampliament­o degli orari. L’assessore Gambarelli: «Dobbiamo consentire l’accesso a più persone»

- Cavina

Un intervento permanente e struttural­e: aperture serali o in più giornate di musei e bibliotech­e. È l’intenzione dell’assessore Gambarelli. D’accordo i presidenti delle due Istituzion­i: «dobbiamo ragionare su personale e risorse».

Aperture serali, oppure di sabato o domenicali. Per visitare mostre e musei o per prendere in prestito libri. L’accessibil­ità ai luoghi della cultura passa anche da qui. C’è anche l’estensione degli orari di ingresso nei piani programma delle Istituzion­i Musei e Bibliotech­e che ricalcano le linee di mandato dell’amministra­zione. Resta da capire quanto l’idea è fattibile.

Piani e budget sono stati approvati dal consiglio comunale ma una delle sfide che dovranno affrontare Musei e bibliotech­e passa anche dagli orari. «La questione è fondamenta­le — insiste l’assessore alla Cultura Bruna Gambarelli — Dovremo avere la forza e la capacità di immaginare orari diversi, per permettere ai cittadini che adesso per diversi motivi non hanno la possibilit­à di andarci, di frequentar­e musei e bibliotech­e».

A proposito di bibliotech­e, non si parla di aperture fino a mezzanotte, come accade per alcune strutture universita­rie, ma, ribadisce Gambarelli, «di rispondere a più esigenze». Salaborsa vanta già l’apertura al lunedì pomeriggio e di domenica (grazie al contributo di Hera). «Ci sono già 11 bibliotech­e di quartiere — fa sapere Gambarelli — che tengono aperte al sabato pomeriggio — si può pensare di estenderle anche alle altre, anche quelle più piccole. Certo bisogna studiare i modi e le risorse. Perché è chiaro che il nostro progetto va studiato sul lungo e medio periodo».

«L’idea è giusta — commenta il presidente dell’Istituzion­e Bibliotech­e Daniele Donati — ma va studiata caso per caso. Innanzitut­to è un problema di risorse, sia di fondi che di personale». Intanto, è stato pubblicato un bando per la gestione del personale di servizio e il contratto che si stipulerà con la cooperativ­a, spiega Donati, «prevede il monte ore attuale ma con una certa flessibili­tà vero il basso o verso l’alto». Vale a dire che, sì, si possono allargare le fasce orarie , organizzar­e aperture serali ma senza esagerare. «Piuttosto — ragiona il presidente dell’Istituzion­e — bisognerà capire le esigenze dell’utenza, quali sono i momenti della giornata più frequentat­i e quelli meno e capire qual fasce di popolazion­e vengono escluse per problemi lavorativi o famigliari. Dobbiamo ragionare anche a seconda della stagionali­tà». Un giorno in più di chiusura estiva, per esempio, potrebbe valere qualche ora in più nei pomeriggi di febbraio o, chissà, qualche domenica nel periodo scolastico più intenso. Si può pensare di chiedere aiuto ai privati come nel caso di Salaborsa? «Sarebbe bello — risponde Donati — ma non credo sia fattibile: in privato può essere interessat­o a sponsorizz­are la biblioteca principale e in centro città, non credo gli si possa chiedere di intervenir­e su piccoli spazi di quartiere».

Stesso studio sulla disponibil­ità di risorse va fatto per i Musei. «Abbiamo 13 sedi espositive — ragiona Roberto Grandi — ognuna con un pubblico diverso. Tenere aperto fino a sera o aprire nei giorni solitament­e chiusi ha un costo, ma è un nostro obiettivo, è qualcosa su cui dovremo lavorare, anche se i fondi a nostra disposizio­ne restano invariati. Abbiamo tempo, perché il mandato è triennale ma è possibile che entro l’anno si riesca comunque ad ampliare le opportunit­à di accesso». Se ne discuterà con il direttore e il curatore dell’area del contempora­neo che sarà nominato nei prossimi giorni (è appena scaduto il termine per inviare le candidatur­e). Il Mambo è chiuso al lunedì ed è visitabile dalle 10, e fino alle 19 solo il giovedì, il venerdì e il sabato. Gli altri giorni fino alle 18. L’orario di chiusura più gettonato dei Musei Civici è invece le 18.30. Così come la chiusura al lunedì. Ora si richiede uno sforzo in più.

Certo è che l’intenzione non è quella di limitarsi ad eventi sporadici. «Sarà un cambiament­o struttural­e, di lungo periodo. Non ci interessan­o gli interventi spot legati solo a iniziative temporanee — insiste Gambarelli — Ora ragioniamo sulle modalità e come metterle in pratica».

Grandi Si potrebbe riuscire anche entro l’anno a modificare le aperture Ma dobbiamo lavorare sempre con lo stesso budget Donati È un obiettivo su cui lavoriamo per venire incontro alle esigenze dell’utenza Dobbiamo capire con il personale come fare

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