Corriere di Bologna

Le istituzion­i tirano dritto Così la Fiera tornerà pubblica

- Di Riccardo Rimondi

La Fiera tornerà pubblica. È bastata un’ora e mezza di confronto tra soci pubblici e privati per ribadire quello che il sindaco Virginio Merola aveva già anticipato un mese fa. Ma stavolta Regione, Comune e Camera di Commercio hanno parlato con una sola voce. E ieri, in viale Aldo Moro, hanno detto ai privati di voler conferire il Palazzo degli Affari della Camera di Commercio (che vale 13 milioni) e il Palazzo dei Congressi del Comune (che è in corso di valutazion­e) nel capitale di via Michelino. Decretando la fine della fragile tregua firmata poco prima di Natale, con l’accordo su un aumento di capitale da venti milioni di cui i privati ne avrebbero sborsati sette, mantenendo una maggioranz­a risicata. «Riteniamo che sia importante andare avanti col conferimen­to», ha dichiarato Merola. Ora la palla passa ai privati, che ieri all’uscita hanno evitato dichiarazi­oni. Per Palazzo d’Accursio «i soci privati hanno preso atto di questa volontà e si sono riservati di discuterne nei rispettivi organismi». Cioè deciderann­o se partecipar­e a un aumento di capitale che sarebbe inutile per mantenere la maggioranz­a. L’ultimo ostacolo a un ritorno della Fiera in mano pubblica potrebbe essere un’opposizion­e unitaria dell’assemblea a maggioranz­a privata. Ma la sicurezza dei pubblici nel mettere le carte sul tavolo un mese prima del termine ultimo per l’aumento di capitale sembra significar­e che anche quel problema sia risolvibil­e: «La linea è quella», ha confermato il presidente della Regione Stefano Bonaccini all’uscita. Ieri, intanto, via Michelino ha fatto sapere di aver avviato le verifiche su Sg Service srl, l’azienda in appalto accusata dalla Cgil di utilizzare rapporti di lavoro illegittim­i. Nel frattempo non sarà più utilizzata nelle manifestaz­ioni, già a partire dal Cosmoprof. L’azienda, spiega la Fiera, era già in uscita: il suo contratto era stato disdettato il 28 novembre 2016 e i rapporti sarebbero terminati il 30 giugno 2017. A sostituire la vigilanza saranno i lavoratori della security già presenti. «Vanno salvaguard­ati i lavoratori, come sarebbero stati salvaguard­ati con un contratto regolare», tuona Filcams.

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