Corriere di Bologna

Il mese d’inferno che ha ucciso il Bologna

Febbraio nero per Donadoni. Sei partite di fila subendo gol nel finale, dubbi sul futuro di molti giocatori

- Alessandro Mossini

La buona notizia in casa Bologna è che si è chiuso il mese di febbraio, ovvero quello che ha cancellato sogni, ambizioni e sorrisi in casa rossoblù relativi a questa stagione. Un mese da incubo a cui l’ambiente rossoblù si era approcciat­o in modo positivo, con quel filotto da sette punti in tre partite che sembrava aver ridato vigore alla stagione di Donadoni e dei suoi ragazzi: le vittorie contro Crotone e Torino e il pari, pur beffardo, di Cagliari, avevano lasciato il Bologna a un solo punto dal decimo posto, per giunta con una partita da recuperare.

Nulla di roboante, ma ce n’era abbastanza per confidare in quella crescita che rappresent­a l’obiettivo-base di Joey Saputo. Invece, a febbraio il Bologna è sparito. Si è arrotolato su se stesso, incartando­si tra figuracce, ingenuità ed errori ripetuti con preoccupan­te costanza e raccoglien­do un solo punto in cinque partite, contro il Genoa digiuno di vittorie da dicembre. Nell’ultimo mese sono emersi tutti i limiti struttural­i e psicologic­i di un Bologna incredibil­mente fragile, che ha subito gol nell’ultimo quarto d’ora in tutte le partite giocate a febbraio (7 sui 16 totali tra Napoli, Milan, Sampdoria, Inter e Genoa, ma contando anche Cagliari a fine gennaio la striscia aperta si allunga a sei gare), lasciando sul campo punti, fiducia e certezze.

La storia di Donadoni come allenatore racconta che questo è un momento della stagione particolar­mente difficile per le sue squadre, dato che febbraio e l’incombente marzo sono i mesi in cui ha raccolto meno punti in A in carriera (0,97 di media a febbraio, dopo l’avarissimo 2017, e 1,07 a marzo), ma stavolta il bilancio è stato davvero in rosso: due seratacce impossibil­i da cancellare, come l’1-7 contro il Napoli e il ko in doppia superiorit­à numerica contro il Milan, qualche rimpianto arbitrale e pure alcuni acciacchi che gli hanno via via tolto giocatori preziosi.

L’impression­e è che l’unodue da ko tra Napoli e Milan abbia rotto qualcosa, incrinando equilibri già labili fino a generare un mese da tredici gol subiti in cinque partite e da soli tre gol fatti, due dei quali arrivati con conclusion­i da fuori area (Dzemaili e Viviani, entrambi a Genova su sponde diverse). Fa eccezione l’inutile zuccata da pochi passi di Torosidis contro il Napoli, mentre gennaio si era chiuso su quel triangolo tra Verdi, Krejci e Destro che rappresent­a una delle azioni da gol più riuscite della stagione del Bologna: nell’ultimo mese è andata male a tutti e tre, tra la comprensib­ile ruggine post-infortunio del fantasista, l’evidente fatica del ceco — quello con più minuti sul campo in stagione —eitormenti di Destro, fischiato dal pubblico e poi andato ko a Marassi contro la Samp.

Un guaio dietro l’altro che ha peggiorato, partita dopo partita, la classifica rossoblù fino all’attuale quindicesi­mo posto con 28 punti, con la decima e l’undicesima posizione distanti ormai sette punti, e con un sensibile peggiorame­nto (-6 punti) rispetto alla classifica di un anno fa, quando la squadra però «regalò» le prime dieci giornate. Ma soprattutt­o un mese che ha fatto affiorare dubbi e preoccupaz­ioni sempre maggiori sul reale valore di molti giocatori e il timore che questo, per il progetto tecnico rossoblù, si possa rivelare soprattutt­o un anno perso.

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0,97 Donadoni, la mediapunti in febbraio

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