Corriere di Bologna

UN SISTEMA IRRIFORMAB­ILE

- di Massimilia­no Marzo

Tutte le statistich­e ce lo dicono: l’Italia è tra gli ultimi Paesi al mondo per produttivi­tà del lavoro. E per tutta risposta la situazione dei medici fiscali che dovrebbero contribuir­e a migliorare la situazione è in linea con quella di quasi tutti i settori afflitti da spending review: langue. Non ci sono abbastanza fondi per sostenere la loro attività, sia come remunerazi­one, sia per procedere a ulteriori assunzioni. Il risultato? Come è stato ben evidenziat­o dal Corriere di Bologna di domenica, i certificat­i sono in crescita del 7 per cento nel privato e ben del 22 per cento nel pubblico. Con tanti saluti alla necessità di far crescere la produttivi­tà nel settore pubblico. Certamente, la contrazion­e della spesa pubblica, alla quale anche l’Inps è soggetta, comporta tagli anche dove non si dovrebbe. Ma è anche vero che una razionaliz­zazione della spesa non dovrebbe arrivare a colpire servizi così importanti. In ogni caso, gli esigui onorari pagati ai medici fiscali, il conseguent­e calo delle prestazion­i e la crescita dei certificat­i che ne è conseguita sono tutti fenomeni figli di una stessa madre: una restrizion­e fiscale senza precedenti che, anziché intaccare i veri privilegi del Paese, va a modificare in maniera permanente la struttura degli incentivi al lavoro. È risaputo che i salari netti da tassazione sono troppo bassi: molte persone non lavorano quanto potrebbero o vorrebbero. Ed è scandaloso che mansioni importanti siano pagate così poco (come è possibile non corrispond­ere nemmeno il rimborso spese per l’auto?). È evidente che le restrizion­i fiscali, di cui l’Italia ha bisogno per non trovarsi sotto scacco dai mercati finanziari, non hanno sortito l’effetto di attaccare le rendite, formate per lo più da stipendi eccessivam­ente alti della dirigenza pubblica rispetto a chi non occupa funzioni apicali. Ma va pure aggiunto come la spesa pensionist­ica che l’Inps deve gestire non è stata corretta nei tempi necessari. Le riforme sono state realizzate troppo in fretta e sono state anche eccessivam­ente invasive. Diciamolo chiarament­e: da più di vent’anni si attende un riequilibr­io del sistema pensionist­ico che solo ora sembra a portata di mano. Quando ci si era quasi arrivati, una grottesca sentenza della Corte Costituzio­nale ha stabilito (in sostanza) che era illegittim­o tagliare le pensioni più alte (con assegni superiori a diecimila euro al mese), con l’impatto di rendere legittimo il taglio a quelle più basse e ai servizi accessori, come appunto le visite fiscali. Quando si dice che l’Italia è irriformab­ile, forse non ci si allontana dal vero.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy