La guerra dei mercati contadini
Piazza Carducci cambia gestione: vince il bando Eta Beta (con Slow Food), ira degli esclusi
Piazza Carducci, si cambia. Ma l’addio (forzato) del gruppo di agricoltori che in 5 anni, la domenica, ha trasformato la piazza in un mercato di qualità e in un punto di aggregazione rischia di scatenare la rivolta dei residenti. A vincere il nuovo bando è stata la coop sociale Eta Beta che avrà il supporto di Slow Food. Gli esclusi infuriati: «Abbiamo fatto crescere il mercato e ora ci buttano fuori». La social street di via Fondazza già medita di accoglierli in piazzetta Morandi.
Domenica mattina hanno appeso un cartello ai loro stand, scrivendo: «Gentile clienti, a oggi, ultima domenica da contratto, non abbiamo ancora ricevuto conferma del proseguimento di questo mercato». Ma la (triste) conferma agli agricoltori a chilometro zero che da cinque anni, tutte le domeniche, portano i loro prodotti in piazza Carducci trasformando quell’angolo del quartiere Santo Stefano in un punto di aggregazione dei residenti, è arrivata ieri, guardando il sito web del Comune.
Quella piazza adesso andrà ad altri: il bando, chiuso il 23 febbraio scorso, è stato vinto dalla Cooperativa sociale Eta Beta, quella dello Spazio Battirame per intendersi, e pare che insieme a Eta Beta ci saranno anche i produttori di Slow Food, il presidio già presente con i suoi prodotti al Mercato della Terra. E si profila una guerra tra mercatini: il chilometro zero contro il biologico che nel bando, questa volta, otteneva punti importanti, insieme alla capacità di costruire progetti. Eppure non digeriscono la decisione (e le modalità) i produttori agricoli emiliani che per rivitalizzare piazza Carducci cinque anni fa si erano costituiti in Ati, così come non va giù ai residenti che ormai si erano affezionati ad agricoltori e prodotti. C’è chi già ha proposto uno sciopero della spesa quando ci saranno i nuovi soggetti, chi ha scritto a Comune e Quartiere e chi ha intenzione di invitarli altrove: nella social street di via Fondazza si sta pensando di chiamare gli agricoltori originari del progetto di piazza Carducci in piazzetta Morandi.
«Sabato — racconta uno degli agricoltori di piazza Carducci — i nostri colleghi di villa Bernaroli già sapevano che aveva vinto il bando Eta Beta, mentre a noi nessuno aveva ancora detto nulla e domenica non siamo stati in grado di dare notizie precise ai nostri clienti. Abbiamo vinto il bando 5 anni fa, quando nessuno voleva quella piazza e adesso che abbiamo portato molta gente hanno inserito nel bando altri requisiti: cosa diremo ai lavoratori che dovremo lasciare a casa? Chiederemo un accesso agli atti».
Ma l’aver privilegiato una realtà di questo tipo non è l’unico motivo per cui gli agricoltori, che si troveranno oggi per decidere le prossime mosse, hanno il dente avvelenato. «Noi siamo quattro agricoltori senza bandiere, senza l’appoggio della politica, senza conoscenze — dice Giulia Rossi — e dobbiamo confrontarci con gente che fa dell’aria fritta la propria bandiera. Eppure il Comune, nonostante il bando sia stato vinto da altri, ci ha detto che ci dà una proroga fino a maggio, solo per scaldare il posto in piazza ad altri che ora non sono pronti. Non lo faremo mai». Anzi, probabilmente domenica i produttori andranno in piazza Carducci a distribuire volantini.
«Incontrerò i produttori — dice la presidente del Santo Stefano Rosa Maria Amorevole — per capire la situazione. Hanno fatto un ottimo lavoro, ma c’è un bando che ha deciso». Ma Salvatore Agresta, responsabile provinciale della Confederazione italiana agricoltori, che ha aiutato i produttori emiliani con il bando, non la vede così: «Ci poteva essere un percorso partecipato, non era necessario tagliare fuori delle aziende che han dato il sangue per quel mercato».
E potrebbe non essere l’unica «grana» dei mercati per il Comune, visto che il 20 marzo scade il bando anche per la gestione del mercato a filiera corta in via Segantini.