Fioritti sospeso si sfoga «Una decisione grottesca»
A sostegno del direttore dell’Ausl infermieri e associazioni
«Il lavoro continua». Si intitola così il messaggio che il direttore sanitario dell’Ausl Angelo Fioritti, sospeso per sei mesi dall’Ordine dei medici per aver avvallato la presenza degli infermieri da soli sulle ambulanze, ha mandato ieri agli oltre ottomila dipendenti dell’azienda. Una sospensione, per ora solo sulla carta, che lo accomuna ad altri nove medici, a partire dai responsabili del dipartimento di Emergenza e del 118, che già si sono appellati a Roma alla Cceps, la commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, di cui solo di recente è stata rinnovata la composizione ed è quindi tornata operativa.
Fioritti rivolge un ringraziamento al direttore generale Chiara Gibertoni «per le parole di sostegno e di stima» e «ai tanti, professionisti aziendali e non, che mi hanno espresso vicinanza e solidarietà» per la sospensione «inflittami, che si può attribuire solo all’aver svolto scrupolosamente il mio lavoro di direttore sanitario, in piena coerenza con il contesto normativo nazionale e regionale». «La mia storia professionale — prosegue — è stata sin qui così bella e fortunata da permettermi di considerare questa grottesca circostanza come un incidente di percorso, per quanto sgradevole e doloroso. Resta però la gravità di un atto che, come ho affermato davanti al consiglio dell’Ordine, dal punto di vista etico, giuridico, professionale ed umano è totalmente ingiustificabile». Una volta ricevute le motivazioni della sospensione anche Fioritti potrà appellarsi alla Cceps, in attesa poi di una sentenza definitiva in Cassazione, la sola che potrà rendere esecutiva la sanzione dell’Ordine.
In difesa di Fioritti, come già avvenuto per i nove colleghi sospesi l’anno scorso, è intervenuta ieri la presidente della Federazione nazionale dei Collegi degli infermieri Ipasvi Barbara Mangiacavalli, che chiede l’intervento delle Istituzioni. L’Ordine di Bologna, infatti, attacca la presidente, «contraddice modelli ormai riconosciuti in molte altre Regioni efficienti», e si muove «in dispregio della delibera dell’Emilia-Romagna che ha stabilito la possibilità d’impiego degli infermieri in funzioni sanitarie “avanzate” nell’emergenza-urgenza, con protocolli estremamente dettagliati, senza invasioni di campo rispetto alle competenze dei medici, ai quali spetta l’ultima parola nel caso in cui si presentassero interventi complessi o con margini di dubbio». A difesa di Fioritti sono intervenuti anche l’associazione nazionale dei rianimatori e il segretario regionale di Cittadinanzattiva Anna Baldini, che si scaglia contro «la decisione politica e anacronistica» dell’Ordine. E ricorda che «la formazione universitaria degli infermieri permette loro di svolgere alcune mansioni finora attribuite solo ai medici».
Questa grottesca circostanza è un incidente di percorso sgradevole