Corriere di Bologna

Il magnete molecolare e il poliziotto riluttante

- di Pier-Luigi Lollini*

Un gruppo internazio­nale di ematologi, a cui partecipan­o vari ricercator­i italiani, ha dimostrato che l’immunotera­pia è più efficace della chemiotera­pia contro alcune forme di leucemia acuta dell’adulto. Questo risultato amplia il ventaglio di forme tumorali che è possibile curare senza ricorrere alla tanto temuta chemiotera­pia. Intendiamo­ci, nessuna terapia è priva di effetti collateral­i, ma in generale è vero che la qualità della vita è migliore con le cure che non comprendon­o la chemiotera­pia con farmaci citotossic­i. Il farmaco immunologi­co usato nello studio in questione si chiama blinatumom­ab ed ha un meccanismo d’azione interessan­te. Tutti noi abbiamo alcuni globuli bianchi, chiamati linfociti T, in grado di uccidere le cellule tumorali. In molti casi i linfociti T non fanno il loro lavoro e le cellule tumorali proliferan­o indisturba­te. La molecola di blinatumom­ab è una sorta di magnete che da una parte si attacca alla cellula leucemica e dall’altra al linfocita T, portando quindi le due cellule a stretto contatto tra loro. In queste condizioni il linfocita T, costretto a fare il proprio dovere, uccide la cellula leucemica. Molti anni di ricerca hanno portato a questo primo risultato clinico, in futuro vedremo se sarà possibile estendere questo concetto alla cura di altri tipi tumorali.

*Commission­e Consultiva Strategica

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