Fiera, intesa salva Cosmoprof Assunti a tempo determinato i 35 addetti della Sg Service
Il Comune chiede di applicare il protocollo degli appalti
Una soluzione provvisoria che servirà a superare lo scoglio del Cosmoprof. I lavoratori ex Sg Service, l’azienda che gestiva in appalto i servizi di vigilanza e portierato in Fiera con cui via Michelino ha troncato i rapporti, stanno firmando i contratti di assunzione con Puma, la società che ne ha preso il posto e che già in precedenza gestiva i servizi di vigilanza armata. Hanno un contratto a termine, che scadrà alla fine della manifestazione.
Si tratta di 35 persone che si erano rivolte alla Cgil per denunciare l’utilizzo di voucher e altre forme di lavoro irregolari in via Michelino. In seguito, con la decisione della Fiera di non chiamare Sg Service per le prossime manifestazioni fieristiche (il contratto era in scadenza a giugno), rischiavano di non lavorare durante il Cosmoprof. «Tutti quelli che hanno avuto il coraggio di denunciare lavoreranno — esulta Stefano Biosa della Filcams —. Hanno un contratto regolare a tempo determinato, a dimostrazione che si può lavorare regolarmente in Fiera». Ma per il sindacalista si tratta ancora di una soluzione provvisoria. Tanto che il presidio annunciato per il 17, giorno dell’inaugurazione del Cosmoprof, è confermato.
Dal sindaco Virginio Merola arriva un’apertura, per lo meno sull’utilizzo dei voucher su cui, promette, ci sarà «sicuramente» una stretta. E apre anche sulla possibilità di applicare il protocollo sugli appalti e il patto del lavoro firmato da Comune e sindacati, raccogliendo una proposta lanciata da Federico Martelloni di Coalizione Civica che chiedeva di seguire il «modello Hera» con i lavoratori in appalto di via Michelino: «Faremo anche sulla Fiera un ragionamento di questo tipo. È una buona idea».
Intanto va avanti il braccio di ferro tra Fiera e sindacati sul futuro dei dipendenti diretti, in particolare sul personale di manifestazione su cui la dirigenza prevede di tagliare 2,7 milioni da qui al 2019. Il rischio è quello di uno sciopero venerdì: decisivo sarà l’incontro di oggi in Città Metropolitana tra istituzioni, Fiera e sindacati. Per il Comune è prevista la presenza dell’assessore al Bilancio Davide Conte e del capo di gabinetto Valerio Montalto. Prudente Merola: «Riorganizzazione del lavoro non significa che debbono rimetterci i lavoratori. Incontreremo i sindacati e cercheremo di confrontarci, con calma affronteremo tutto».
Ieri mattina, Merola e il presidente di via Michelino Franco Boni si sono incontrati a Palazzo d’Accursio. Contemporaneamente, in commissione consiliare, andava in scena l’udienza conoscitiva sulla situazione della Fiera. Con il direttore generale, Antonio Bruzzone, che ha illustrato la situazione delle partecipate (passate da 23 a 12) e sottolineato che i 2,7 milioni di tagli non saranno dall’oggi al domani ma «in un piano che si svolge in quattro anni». Ma ha confermato che la strada della Fiera, messa nero su bianco anche nel piano industriale, è quella delle esternalizzazioni: «Nel piano di sviluppo non c’era la logica di internalizzare altre funzioni», sottolinea. Freddi i consiglieri, a partire da Piergiorgio Licciardello del Pd: «Dietro la riduzione del costo orario del lavoro, ci sono le esternalizzazioni. Non è la risposta che volevo». Stessa linea per Massimo Bugani del Movimento Cinque Stelle: «I dipendenti devono essere gli ultimi a pagare scelte folli fatte in passato con l’avallo del Comune». Ovviamente, contrariati anche i dipendenti: «I soldi pubblici per l’aumento di capitale sono anche miei — scandisce Carmen Bevilacqua del consiglio dei delegati —. Se vengono usati per mandarmi a casa non lo accetto».