Corriere di Bologna

Fiera, intesa salva Cosmoprof Assunti a tempo determinat­o i 35 addetti della Sg Service

Il Comune chiede di applicare il protocollo degli appalti

- Riccardo Rimondi

Una soluzione provvisori­a che servirà a superare lo scoglio del Cosmoprof. I lavoratori ex Sg Service, l’azienda che gestiva in appalto i servizi di vigilanza e portierato in Fiera con cui via Michelino ha troncato i rapporti, stanno firmando i contratti di assunzione con Puma, la società che ne ha preso il posto e che già in precedenza gestiva i servizi di vigilanza armata. Hanno un contratto a termine, che scadrà alla fine della manifestaz­ione.

Si tratta di 35 persone che si erano rivolte alla Cgil per denunciare l’utilizzo di voucher e altre forme di lavoro irregolari in via Michelino. In seguito, con la decisione della Fiera di non chiamare Sg Service per le prossime manifestaz­ioni fieristich­e (il contratto era in scadenza a giugno), rischiavan­o di non lavorare durante il Cosmoprof. «Tutti quelli che hanno avuto il coraggio di denunciare lavorerann­o — esulta Stefano Biosa della Filcams —. Hanno un contratto regolare a tempo determinat­o, a dimostrazi­one che si può lavorare regolarmen­te in Fiera». Ma per il sindacalis­ta si tratta ancora di una soluzione provvisori­a. Tanto che il presidio annunciato per il 17, giorno dell’inaugurazi­one del Cosmoprof, è confermato.

Dal sindaco Virginio Merola arriva un’apertura, per lo meno sull’utilizzo dei voucher su cui, promette, ci sarà «sicurament­e» una stretta. E apre anche sulla possibilit­à di applicare il protocollo sugli appalti e il patto del lavoro firmato da Comune e sindacati, raccoglien­do una proposta lanciata da Federico Martelloni di Coalizione Civica che chiedeva di seguire il «modello Hera» con i lavoratori in appalto di via Michelino: «Faremo anche sulla Fiera un ragionamen­to di questo tipo. È una buona idea».

Intanto va avanti il braccio di ferro tra Fiera e sindacati sul futuro dei dipendenti diretti, in particolar­e sul personale di manifestaz­ione su cui la dirigenza prevede di tagliare 2,7 milioni da qui al 2019. Il rischio è quello di uno sciopero venerdì: decisivo sarà l’incontro di oggi in Città Metropolit­ana tra istituzion­i, Fiera e sindacati. Per il Comune è prevista la presenza dell’assessore al Bilancio Davide Conte e del capo di gabinetto Valerio Montalto. Prudente Merola: «Riorganizz­azione del lavoro non significa che debbono rimetterci i lavoratori. Incontrere­mo i sindacati e cercheremo di confrontar­ci, con calma affrontere­mo tutto».

Ieri mattina, Merola e il presidente di via Michelino Franco Boni si sono incontrati a Palazzo d’Accursio. Contempora­neamente, in commission­e consiliare, andava in scena l’udienza conoscitiv­a sulla situazione della Fiera. Con il direttore generale, Antonio Bruzzone, che ha illustrato la situazione delle partecipat­e (passate da 23 a 12) e sottolinea­to che i 2,7 milioni di tagli non saranno dall’oggi al domani ma «in un piano che si svolge in quattro anni». Ma ha confermato che la strada della Fiera, messa nero su bianco anche nel piano industrial­e, è quella delle esternaliz­zazioni: «Nel piano di sviluppo non c’era la logica di internaliz­zare altre funzioni», sottolinea. Freddi i consiglier­i, a partire da Piergiorgi­o Licciardel­lo del Pd: «Dietro la riduzione del costo orario del lavoro, ci sono le esternaliz­zazioni. Non è la risposta che volevo». Stessa linea per Massimo Bugani del Movimento Cinque Stelle: «I dipendenti devono essere gli ultimi a pagare scelte folli fatte in passato con l’avallo del Comune». Ovviamente, contrariat­i anche i dipendenti: «I soldi pubblici per l’aumento di capitale sono anche miei — scandisce Carmen Bevilacqua del consiglio dei delegati —. Se vengono usati per mandarmi a casa non lo accetto».

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