Cresce dell’1,5% l’export emiliano Ma Bologna frena
L’export emiliano cresce, quello bolognese anche. Ma più lentamente. A dirlo sono i dati Istat. Nel 2016, l’EmiliaRomagna ha esportato oltre confine beni per un valore di 56,138 miliardi di euro: un aumento di 830 milioni rispetto all’anno scorso. Significa una crescita dell’1,5% che è superiore alla media italiana (più 1,2%), ma inferiore rispetto a quella del nord-est (più 1,8%). L’export bolognese vale 12,837 miliardi, un aumento di circa novanta milioni sul 2015 che si traduce in una crescita dello 0,7%. Per Unioncamere, a trainare l’aumento delle esportazioni sono soprattutto la meccanica (più 2,3% per quello che, con 16,5 miliardi di fatturato, è il comparto più pesante della regione), il sistema moda (più 3,5%), l’agroalimentare (più 2,4%), i minerali non metalliferi (più 5,6%). Soffrono la carta e il legno (meno 7,9%) e, soprattutto, i mezzi di trasporto, che valgono oltre 6,3 miliardi di export ma scendono del 5,3% rispetto all’export 2015. Solo negli autoveicoli, il calo è dell’11,1%. Tra i Paesi, dopo il boom del 2015, c’è un forte calo negli Stati Uniti: qui, il fatturato delle imprese emiliane è sceso del 9,4%, in pratica 570 milioni persi da un anno all’altro (ora l’export totale negli States è di 5,47 miliardi). Tra i Paesi maggiori soffrono pure Arabia Saudita (meno 24,4%), Emirati Arabi Uniti (meno 14,8%) e Turchia (meno 6,8%). La Francia torna il nostro secondo mercato, in crescita del 5,3% e con un valore delle esportazioni che supera quota sei miliardi. Davanti, sopra i sette miliardi di export, c’è la Germania (più 3,4%). Per ora il Regno Unito non sembra soffrire effetti negativi dalla Brexit, visto che le esportazioni hanno continuato a salire (del 4,4%). E vola la Spagna dove, con un’impennata dell’11,4%, si sfiora un export da 2,8 miliardi.