Al Mambo la collezione Daolio: cento opere contemporanee
E domani in Accademia il premio di arte pubblica. Al via una raccolta di testi del critico
I risultati del critico, del ricercatore, di chi, per i giovani di talento, è sempre stato da stimolo della pratica artistica, diventano preziosa eredità. Che in buona parte approda al Mambo, grazie a una generosa donazione. Roberto Daolio è scomparso nel 2013 e i suoi studi continuano a fare scuola. C’è il premio a lui dedicato sull’arte pubblica che viene consegnato domani nella «sua» Accademia di Belle Arti, (ore 17 in Aula Magna) mentre la collezione è stata acquisita dal Mambo. Si tratta di cento opere d’arte e numerosi materiali legati ad artisti, regalati direttamente dagli autori al critico nel corso del tempo. Il fratello Stefano e il compagno Antonio Pascarella hanno scelto di destinare il tutto al museo bolognese.
Si parlerà anche di questo, domani in Accademia (ore 17 Aula Magna), quando saranno premiati in vincitori dell’edizione 2016 del premio Daolio «Plutôt la vie...Plutôt la Ville» e sarà lanciato il bando per la nuova edizione aperto a tutti gli studenti dell’Accademia. I vincitori sono Flavio Pacino — che riceverà una somma in denaro messa a disposizione della famiglia Daolio — e Alena Tonelli che avrà l’opportunità di una residenza in Islanda a maggio. Altri progetti legati alla figura di Daolio saranno una serie di appuntamenti e workshop sull’arte pubblica e una raccolta di testi di chi si sta impegnando nell’opera di studio e archiviazione dell’attività di Daolio coordinati da Roberto Pinto. Una testimonianza concreta, dunque, che va di pari passo con la donazione al Mambo. Le opere del corpus troveranno, tra l’altro, una collocazione visibile al pubblico all’interno di un percorso ragionato. Tra gli artisti presenti ci sono Bertozzi &Casoni, Chiara Pergoli, Alessandra Tesi, Luciano Bartolini, Maurizio Cattelan, Cuoghi Corsello, Marcello Jori, Piero Manai, Eva Marisaldi e molti altri. Un insieme multiforme di sensibilità ed espressioni che hanno in comune l’essere passati sotto la lente di Daolio e da lui spesso «scoperti», incentivati o valorizzati. Si pensa anche a un archivio on line di tutti i suoi testi e altri materiali documentari legati all’attività di critico. «L’intento degli eredi — si legge in una nota — è di far sì che la raccolta sia catalogata e resa disponibile al numero più ampio possibile di persone, grazie all’intervento di un’istituzione pubblica, tramandando così la pratica curatoriale di uno dei principali attori degli sviluppi dell’arte contemporanea italiana degli ultimi decenni che, da una posizione volutamente defilata, si è distinto per la grande attenzione ai giovani esordienti e all’arte pubblica».