Le 30 opere sulla pelle Oggi inaugura Le Breton
La pelle tra arte e antropologia. Se il corpo, come afferma David Le Breton, antropologo, sociologo francese di fama mondiale, è «un’estensione dell’anima», con la pelle stabiliamo il nostro contatto col mondo. Oggi, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via Belle Arti 54) accoglie dalle 14.30 la giornata inaugurale di «Involucro emotivo – Quando la pelle cambia anche l’anima»: una mostra di 30 opere d’arte di studenti dell’Accademia curata da Silvia Spadoni e una conferenza di Le Breton. Anticipato da una performance di Virginia Galli attraverso letture, tra gli altri, da Ovidio e Pasolini, Le Breton parlerà del suo saggio La pelle e la traccia. Le ferite del sé, dove ha scritto di lesioni che ci si autoinfligge, di alterazioni del corpo come ridefinizione del sé e di dolorose performance della body art. La mostra collettiva resterà invece aperta fino al 29 aprile (lunedì-venerdì ore 10-19, sabato ore 10-14 Info 051/4226420). Le 30 opere, che declinano il tema della pelle, sono state selezionate tra oltre 260 lavori di studenti che hanno aderito al bando del Premio promosso dalla Fondazione Natalino Corazza che studia la psoriasi. Di questi, tre saranno i vincitori che riceveranno 2.550, 1.500 (donati dal Rotary Club e famiglia Golinelli) e 800 euro. A scegliere sarà una giuria formata da Valeria Corazza, presidente della Fondazione, il direttore dell’Accademia Enrico Fornaroli, la critica d’arte Silvia Evangelisti, Patrizia Raimondi, presidente dell’associazione Gallerie di Bologna e dal curatore del premio Giovanni Bellavia. E le migliori 12 comporranno un calendario. La nostra corteccia è raccontata con varie tecniche. L’olio su tela di Jiayi Guo, ad esempio, ci mostra gli occhi del Piccolo Zhaxi. Maria Chiara Ziosi con Ambra grigia immagina persone la cui pelle sembra sciogliersi al sole. Along Wang e Yuefei Jia nella xilografia Segno hanno realizzato monete bruciacchiate, culto-malattia della moneta. Bianca Benazzi in Amore e Psiche, fotomontaggio digitale, ha optato per una pelle lavorata fino all’inverosimile. Infine, Catarsi, video di Valeria Notarangeli vuole dirci che «più siamo imperfetti, più ci copriamo».