Corriere di Bologna

Primarie, Orlando non fa il pieno E sul ritorno dell’Imu sta con Merola

In Santo Stefano l’ultimo comizio in città del ministro in vista delle primarie

- Di Olivio Romanini

Era l’appuntamen­to conclusivo con il candidato alle primarie Andrea Orlando, perciò è probabile che la sinistra pd di Bologna si aspettasse qualcosa in più di 4-500 persone, ieri sera in piazza Santo Stefano. Ma il ministro ha visto il bicchiere mezzo pieno e ha detto «questa piazza ci dà speranza». Poi ha attaccato Renzi: «Il Pd è diventato un partito di fighetti e di chi ce l’ha fatta». E ha aperto alla proposta di Merola di rimettere l’Imu sulla prima casa: «Chi ha il reddito come il mio è giusto che la paghi».

Per essere l’appuntamen­to finale e più importante della sinistra del Pd e del candidato a segretario Andrea Orlando prima delle primarie di domenica prossima c’erano un po’ di buchi vuoti in piazza Santo Stefano. I dirigenti che hanno un minimo di esperienza di piazze e di onestà intellettu­ale sapevano benissimo che l’aria che tirava ieri sera non era delle migliori, tanto che il sindaco Virginio Merola ha fatto un appello «a metterci un po’ di allegria». Orlando, salito sul palco insieme a Gianni Cuperlo, ha provato a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Questa piazza (4-500 persone in tutto, ndr) fa ben sperare e stiamo lavorando per un risultato importante parlando al popolo del centrosini­stra».

Prima di Orlando ha preso la parola proprio Merola, che ha provato a caricare la platea e a spronarla ad andare ai gazebo: «Se poche persone andranno a votare ci teniamo Matteo Renzi e una sinistra di stenti, le chiacchere stanno a zero». Sabato scorso in un altro appuntamen­to con il ministro Orlando il primo cittadino aveva parlato di tasse e dell’esigenza di tagliare l’Irpef ai redditi più bassi. E per farlo ha proposto di reintrodur­re l’Imu sulla prima casa per i redditi più alti. Un ragionamen­to che ieri è stato ripreso dallo stesso Orlando: «Io e quelli che hanno il mio reddito sarebbe giusto che pagassero l’Imu sulla prima casa».

In platea ad ascoltare Orlando c’era il segretario bolognese del Pd, Francesco Critelli. Tra gli altri c ’erano la presi- dente dell’Anpi Anna Cocchi, la vicesindac­o Marilena Pillati, l’ex assessore Andrea Colombo, il filosofo Stefano Bonaga, oltre a tutti i dirigenti dell asini strapd.E qualche compagno dilungo corso come Federico Castellucc­i, Aldo Bacchiocch­i e Carlo Castelli, tesoriere del Pd. A pochi metri di distanza da dove parlava Orlando c ’è l’abitazione dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, dove sabato scorso il ministro è andato a pranzo.

Orlando ha citato Prodi nel suo discorso quando ha parlato di Europa, ma a domanda diretta lo ha tenuto fuori dalla contesa delle primarie. «Non mi ha dato consigli, abbiamo discusso e abbiamo avuto molti punti di vista comuni a partire dal tema dell’Europa fino alla legge elettorale su cui c’è una piena coincidenz­a di visioni. Se voterà per me? Questo non lo so, chiedetelo al Professore».

Anche ieri, dopo le polemiche dei giorni scorsi, la sinistra dem ha accusato Renzi e il partito di aver voluto mettere la sordina alle primarie, convinti che una partecipaz­ione bassa favorisca l’ex segretario. Ieri sul concetto è tornato Cuperlo: «Non sottovalut­o nulla, per me anche i 260.000 iscritti al Pd che sono andati nei circoli a votare sono un patrimonio enorme, però penso che si è fatto meno di quello che si poteva e si doveva fare. E mi chiedo anche la ragione di questo». Anche lo stesso Orlando ha rincarato la dose: «Stiamo facendo di tutto per rompere la sordina delle primarie e ritengo che una bassa partecipaz­ione danneggi complessiv­amente il Pd».

Ma il cuore del ragionamen­to politico di Orlando è stato riservato alle ultime battute del suo intervento quando è tornato sull’analisi del voto referendar­io: «Siamo diventati il partito di chi ce l’ha fatta, il partito dei fighetti». Per dire che bisogna tornare a recuperare il voto del popolo e delle periferie. La sensazione è che almeno in Emilia i giochi siano fatti. Negli ultimi giorni della contesa delle primarie i candidati saranno impegnati altrove. Per dirla con Merola non resta che attaccarsi al telefono e convincere le persone ad andare a votare ai gazebo tra una settimana esatta.

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In piazza Il ministro Andrea Orlando ieri pomeriggio in Santo Stefano
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