Corriere di Bologna

Parola a chi sta al fronte «Avevamo ragione noi, solito traffico e degrado»

- Claudia Balbi

«Hanno bloccato tutto due camion per i cassonetti, uno era nell’area pedonale»

La piazza è nuova di zecca ma il traffico e il degrado sono quelli di sempre. È bastato il primo giorno di raccolta dei rifiuti a bloccare le macchine che transitava­no nella rinnovata piazza Aldrovandi, a due giorni dall’inaugurazi­one. Ieri infatti verso le 8 del mattino alcuni residenti hanno segnalato e altri anche immortalat­o la lunga fila di macchine intrappola­te» in coda sul corsello a senso unico che da via San Vitale conduce al portico dei Servi.

«Sono arrivati due camion, per svuotare i cassonetti interrati, uno è passato a sinistra, l’altro è entrato invece nell’area pedonale, entrambi hanno allungato il braccio meccanico per sollevare il vetro e l’umido e così hanno bloccato il traffico. C’era solo da aspettarse­lo» racconta Enrico Gualandi. Il residente, che ha scattato le foto dalla finestra della sua abitazione, racconta anche che nel caos del momento ha visto: «Una macchina di grossa cilindrata oltrepassa­re il corsello, laddove il marciapied­e si abbassa, e attraversa­re l’area pedonale della piazza». Effrazione che dovrebbe essere stata registrata dalla nuova telecamera di sicurezza posta all’uscita della piazza.

Tra camion della spazzatura e auto che indisturba­te entra- no nella piazza nuova di zecca, al residente viene da chiedersi «che razza di pedonalizz­azione è questa?». E la preoccupaz­ione di chi abita la piazza e ci lavora ogni giorno aumenta riflettend­o sul fatto che: «Questo è un periodo di calma piatta, in cui la gente fa il ponte e a Bologna non c’ è nessuno. Chissà che succederà più avanti quando la città si riempirà». Ma quello della viabilità non è l’ unico problema emerso a due giorni dall’inaugurazi­one di sabato scorso.

Daniele Manni, ad esempio, il titolare del bar «Il Ripasso», è ancora in attesa di sapere che fine ha fatto il dehor esterno che ha richiesto al Comune. «Stiamo sollecitan­do da tempo un incontro conl’ amministra­zione che non ci è mai stato concesso, il referente del

Alla finestra Allarmi Questo è un periodo calmo, di ponti. Che succederà quando la città si riempirà di nuovo?

Comune, Ivano Ruscelli, ci ha detto addirittur­a che per ora la questione del dehor è bloccata» lamenta il titolare. Manni dal canto suo si aspettava, visto l’arrivo della bella stagione «che la questione fosse stata definita dal Comune una volta per tutte, anche perché abbiamo proposto noi stessi dei limiti orari e il divieto di distribuir­e cicchetti». Invece il titolare del bar di piazza Aldrovandi non ha mai avuto risposta dall’amministra­zione nonostante affermi: «Quando abbiamo comprato il bar il per- messo per tavoli e sedie c’era. E poi c’ è un’ altra attività commercial­e in piazza acui il dehor è stato concesso».

Al momento alla rabbia per la mancata risposta si somma anche il fatto che proprio davanti al suo locale, nello spazio dove Manni vorrebbe far sorgere il dehor, al posto delle sue sedie e della gente seduta a bere i suoi cocktail, veda invece delle macchine parcheggia­te in sosta vietata. Una prassi che di notte è molto diffusa stando a quanto confermato da altri residenti della zona. Le automobili, a quanto pare, si parcheggia­no nello spazio tra un box del mercato e l’altro nonostante il divieto di sosta.

Ma in piazza Aldrovandi, oltre alle macchine parcheggia­te, sono tornate anche le scritte sui muri, proprio sulle pareti dei portici che due giorni prima, sabato 22 aprile, il giorno del taglio del nastro, erano stati ridipinti dai Giovani Democratic­i. E infine, come testimonia­no ancora una volta le foto dei residenti, neppure la notte è cambiata: la prima, quella del giorno dell’inaugurazi­one, sono dovute arrivare le volanti della polizia. Non solo nulla è cambiato, ma si è aggravato. «Avevamo ragione noi — tuona Enrico Gualandi — prima i problemi erano solo legati allo spazio che si trova di fronte all’Unicredit, ora si sono spostati nel centro della nuova piazza pedonalizz­ata».

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