Corriere di Bologna

La domenica, la spesa e la nostra salute

- di Gabriele Bronzetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’apertura domenicale degli esercizi commercial­i è soprattutt­o un problema di salute pubblica. Non riguarda solo i lavoratori, ma anche i clienti e i residenti nei pressi dei centri commercial­i. Tra gli scaffali e le casse, l’infelicità che rimbalza da una pupilla all’altra avvinta a barcode penitenzia­ri, per ora non ha trovato una misura, un parametro, un valore. Mentre la cronobiolo­gia ha spiegato la prevalenza dell’infarto al lunedì mattina, non ci sono ancora studi che dimostrino statistica­mente i deleteri effetti dello shopping h24 e 7 giorni su 7. Fare la spesa invece di pensare al proprio corpo o alla propria anima fa male. Gli sportivi e i fedeli della domenica stanno meglio. C’è un film del 1981, Momenti di gloria, che riguarda questi aspetti non merceologi­ci della vita e ben si presta a parabola. Il protagonis­ta (dal nome ironicamen­te assonante a quello di una nota catena di hard discount) è un inglese cattolico osservante che alle Olimpiadi del 1924 si rifiuta di gareggiare alla domenica perdendo la possibilit­à di arrivare alla finale dei 100 metri, che avrebbe vinto; un compagno gli cede il posto nella gara dei 400 metri che non si corre alla domenica e il nostro eroe, Liddell, vincerà la medaglia d’oro dei 400 metri. La morale è facile. Possiamo riempire il bagagliaio dell’auto, vincere la nostra medaglia d’oro, in un giorno diverso dalla domenica. Ogni benedetto giorno feriale.

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