La domenica, la spesa e la nostra salute
L’apertura domenicale degli esercizi commerciali è soprattutto un problema di salute pubblica. Non riguarda solo i lavoratori, ma anche i clienti e i residenti nei pressi dei centri commerciali. Tra gli scaffali e le casse, l’infelicità che rimbalza da una pupilla all’altra avvinta a barcode penitenziari, per ora non ha trovato una misura, un parametro, un valore. Mentre la cronobiologia ha spiegato la prevalenza dell’infarto al lunedì mattina, non ci sono ancora studi che dimostrino statisticamente i deleteri effetti dello shopping h24 e 7 giorni su 7. Fare la spesa invece di pensare al proprio corpo o alla propria anima fa male. Gli sportivi e i fedeli della domenica stanno meglio. C’è un film del 1981, Momenti di gloria, che riguarda questi aspetti non merceologici della vita e ben si presta a parabola. Il protagonista (dal nome ironicamente assonante a quello di una nota catena di hard discount) è un inglese cattolico osservante che alle Olimpiadi del 1924 si rifiuta di gareggiare alla domenica perdendo la possibilità di arrivare alla finale dei 100 metri, che avrebbe vinto; un compagno gli cede il posto nella gara dei 400 metri che non si corre alla domenica e il nostro eroe, Liddell, vincerà la medaglia d’oro dei 400 metri. La morale è facile. Possiamo riempire il bagagliaio dell’auto, vincere la nostra medaglia d’oro, in un giorno diverso dalla domenica. Ogni benedetto giorno feriale.