Corriere di Bologna

Playoff, corsa agli armamenti

La Segafredo vuole il figlio di Nando e non prenderà un americano di scorta La Kontatto ha già scelto ed è una corazzata: basterà? Per la serie A si muovono anche Trieste e Treviso

- Daniele Labanti @DL_corriere

La settimana che conduce ai playoff lascia poco margine alla fantasia: tutte le squadre più attrezzate stanno cercando di rinforzars­i, o di capire se è il caso di farlo. I riflettori sono puntati su Bologna, dove Virtus e Fortitudo hanno condotto due campionati molto diversi ma dove nessuna delle due nasconde le velleità di promozione. Ma le rivali sono tante, più di quanto si immagini: Biella, in vetta a tutte con le sue 24 vittorie, Treviso, Trieste, ma anche Verona emersa come sesta forza dotata di credibili carte da giocarsi nel playoff. Il primo turno mette già di fronte proprio i veronesi con Biella e sarà un primo mini verdetto.

La Fortitudo ha scelto Daniele Cinciarini, ingrossand­o un roster già poderoso, ricco, variegato. Nessuno ha un gruppo così profondo, starà ora a Matteo Boniciolli riuscire a dargli delle gerarchie, disegnando un assetto efficace all’interno di equilibri complessi. Non basta sempre averne tanti, nonostante quelli della Effe abbiano pure qualità. Il pallone è uno solo, dirigere il traffico e fare le scelte giuste durante la gara è il motivo per cui si pagano allenatori bravi anche in A2. Matteo ha già detto, senza giri di parole, che intende dare spazio ai veterani. Sull’altra sponda senza annunciarl­o, Alessandro Ramagli l’ha fatto: nel girone di ritorno i baby della Virtus hanno visto scomparire i minuti a disposizio­ne, a vantaggio dei giocatori più esperti.

Se abbia ragione la Fortitudo, con la sua grandeur, lo dirà il campo. La Virtus ha predicato sobrietà, sottolinea­ndo che non sempre aggiungere uomini significhi aggiungere possibilit­à di vittoria. La stagione, comunque, ha confermato una certa difficoltà della V a conquistar­e successi fuori casa, mostrando limiti atletici e forse anche di energie nelle partite più tirate.

Per questo c’è Stefano Gentile nel mirino, una scelta che spazza via le annotazion­i di quelli — tra cui chi scrive — più propensi a considerar­e urgente un rinforzo atletico e con punti nelle mani. Gentile, comunque, è giocatore di comprovata esperienza ed è di adeguato valore per equilibrar­e un roster corto tra i piccoli e profondo tra i lunghi. Non ci sarà spazio nemmeno per l’americano di scorta, se Gentile per varie ragioni non venisse: o lui o si resta così, pigliandos­i l’azzardo di non avere ricambi se uno dei mori si facesse male. Alla Fortitudo, l’anno scorso, questo handicap costò la promozione. Saprà Ramagli quel che fa, consideran­do Gentile un giocatore per l’oggi e anche per il domani qualora arrivasse la serie A. La Virtus deve rilevarne il contratto da Reggio Emilia, che in queste ore chiede cifre folli ma che a ridosso della deadline, venerdì, potrebbe ammorbidir­e le pretese. Probabile sia decisivo un contatto tra le proprietà, ora che la V ha un capo chiaro e prestigios­o (Massimo Zanetti) e un uomo operativo navigato (Luca Baraldi).

Cinciarini e Gentile, dunque. Saranno quelli giusti? Tra il traffico in Fortitudo e le carenze in Virtus, chi avrà più freschezza — fisica e mentale — probabile la spunti alla fine. A guardarne i nomi, Basket City ha le carte in regola per spedirne una in serie A. Trieste, intanto, si rafforza con Daniele Cavaliero in uscita da Varese, mentre Treviso ha guardato a lungo Michele Antonutti (che poteva diventare bianconero, prima dell’arrivo di Davide Bruttini). Pistoia, comunque, non vuole mollarlo, così la De Longhi ci prova con Christian Burns di Brescia (turnover con gli altri due americani).

I nomi per la promozione sono questi. Il massimo, inutile nasconderl­o, sarebbe un derby in finale sui legni di Casalecchi­o, dopo un playoff vissuto al PalaDozza.

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