Corriere di Bologna

SIMPLE MINDS NEW WAVE ACUSTICA

Stasera il gruppo scozzese di Jim Kerr e Charlie Burchill porta sul palco le intuizioni dell’ultimo album in cui vengono riletti i loro successi senza strumentaz­ione elettronic­a, da «Waterfront» a «Don’t you forget about me»

- Andrea Tinti

Nel rock ogni genere e ogni decennio ha i suoi artisti di riferiment­o. Artisti con i quali tutti devono fare i conti.

Per la new wave e gli anni 80 ci sono i Simple Minds. Questa sera sono in versione acustica al Teatro Auditorium Manzoni di via De’ Monari 1/2 (ore 21; aprirà KT Tunstall alle ore 20.15), il gruppo scozzese che nell’apice della notorietà si è conteso lo scettro di rock band del globo con gli U2. I Simple Minds capitanati, da sempre, dalla coppia inossidabi­le Jim Kerr (voce) e Charlie Burchill (chitarra), sono l’essenza di un suono e di un messaggio potente e anche socialment­e impegnato. I loro primi due album, pubblicati entrambi nel 1979, Life in a day e Real to real cacophony, erano dischi ancora in bilico tra sonorità post punk, glam e rock anni 70. Poi con l’inizio dei già leggendari «eighties» i Simple Minds hanno letteralme­nte svoltato, dando corpo a un suono nuovo e moderno nel quale rock ed elettronic­a andavano a braccetto. La new wave aveva trovato uno dei suoi paladini destinati a portare «il verbo» fuori dal tempo e dalle mode. Da lì in poi le Menti Semplici hanno pubblicato album entrati nella storia.

Non ci può essere nessuna discoteca casalinga senza un loro album, anzi senza il loro album, New gold dream (1982), il disco perfetto, dove tutto era studiato nei minimi dettagli, dalla copertina, agli arrangiame­nti, alle singole parole pronunciat­e da Jim. Un lp che i Simple Minds suonarono dal vivo anche a Bologna al palasport di piazza Azzarita, davanti ad un pubblico dai ciuffi prominenti e dai lunghi cappotti color grigio. I Simple Minds erano i padroni del mondo.

Il passo successivo poteva solo essere quello di un suono ancora più celebrativ­o. Sparkle in the rain (1983) e Once upon a time (1984) portano il gruppo alla conquista degli stadi. Un’oceanica platea fluttuante che impazziva per que-

sti scozzesi e cantava in coro ritornelli pensati per folle a perdita d’occhio. Arrivò, quindi, quello che si può chiamare indistinta­mente colpo di fortuna, o il brano giusto al momento giusto. Don’t you (forget about

me), inserito nella colonna sonora del film The breakfast

club, fece impazzire il mondo intero e soprattutt­o il pubblico americano, fino a quel momento non troppo interessat­o alle gesta della band. Il brano fu pubblicato in circa settanta edizioni diverse, anche se i Simple Minds non l’hanno mai amato fino in fondo, furono, infatti, i quarti cui chiesero di registrare la canzone, dopo il rifiuto di Billy Idol, The Fixx e Bryan Ferry. Un leggero declino durante gli anni novanta ha fatto sì che i Simple Minds siano ripartiti nel nuovo millennio con più carica di prima. Lasciando ad altri i gossip sui due matrimoni di Kerr (Chrissie Hynde, voce dei Pretenders e Patsy Kensit, voce degli Eight Wonder) e dell’amore per l’Italia, quando non è a Glasgow vive a Taormina, dove ha acquistato e dirige un hotel, possiamo, invece, dire che i Simple Minds sono in tour per presentare il loro ultimo album.

Un disco «furbo», che mette in fila i loro classici in versione acustica. Acoustic è un viaggio nella loro carriera e negli ascolti di tanti appassiona­ti. Da The american a Waterfront, passando anche per

Glittering prize o Chelsea girl e l’odiata Dont’ you (forget about me).

Dal vivo i Simple Minds sono una certezza, chi c’era a «Ferrara sotto le stelle» qualche anno fa ne è consapevol­e, Jim e Charlie sono dei reduci, sopravviss­uti al rock e al successo planetario che ti stritola ossa e cervello.

I Simple Minds erano la new wave. I Simple Minds sono tante belle canzoni che non ti stanchi mai di ascoltare. In nessuna discoteca dovrebbe mancare almeno un loro album. Dateci un occhio e nel caso correte ai ripari.

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Mattatore Jim Kerr durante un concerto londinese dell’anno scorso dei Simple Minds

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