Corriere di Bologna

Caccia al killer della Bassa casa per casa

Al setaccio ieri decine di abitazioni. Nella zona rossa i cani fiutano tracce di Igor risalenti a un paio di giorni fa

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Cercano casa per casa, cascinale per cascinale, lungo le direttrici battute in passato da «Igor», la sua zona di caccia e di latitanza. Ispezionan­o ruderi, casolari abbandonat­i, ma anche immobili abitati i reparti speciali in pattuglia con la territoria­le e i cani molecolari al seguito. Una maxi operazione scattata ieri mattina e la sera precedente lungo la provincial­e 48 che va da Argenta a Portomaggi­ore, la strada segnata dai delitti di Norbert Feher, il pluriomici­da ricercato ormai da venticinqu­e giorni, quindici dall’ultima traccia certa, quando dopo l’omicidio della guardia volontaria Valerio Verri ha abbandonat­o il Fiorino rubato dopo il delitto di Budrio ed è fuggito per i campi di Molinella.

Un altro blitz è scattato lunedì sera a Bando, tra Argenta e Portomaggi­ore, con perquisizi­oni di ogni abitazione sui lati della provincial­e. Altri controlli mirati sono stati disposti lungo la statale 16 che tocca Consandolo e dopo aver solcato l’oasi di Campotto, la zona rossa dove si pensa abbia trovato rifugio il fuggitivo, arriva fino alla Romagna. Sono zone che «Igor» conosce come le sue tasche e che in passato ha usato per garantirsi un ricovero. È la prova che il raggio delle ricerche si è oggettivam­ente allargato e chi dà la caccia al serbo procede a cerchi concentric­i. La sensazione degli investigat­ori è che il ricercato abbia posti sicuri dove starsene al riparo e che metta il naso fuori per procurarsi cibo e acqua.

In parallelo procedono però i rastrellam­enti nella zona rossa tra Campotto e Marmorta. I cani molecolari hanno fiutato tracce del ricercato che risalirebb­ero a un paio di giorni fa, segnali della sua presenza che incrociati con alcune testimonia­nze fanno ritenere che sia ancora nascosto in quest’area. I «cacciatori» hanno repertato altro materiale che potrebbe aver maneggiato «Igor», oggetti che sono stati inviati al Ris di Parma per essere analizzati. Le aree bonificate e presidiate dalle sentinelle aumentano sempre di più ma i riflettori sono puntati soprattutt­o su casolari e vecchie cascine.

Si guarda ai possibili ricoveri conosciuti da Feher e indicati agli investigat­ori, coordinati dal pm Marco Forte, dalle tante persone sentite in questi giorni, complici o appoggi su cui ha potuto contare da quando, nel 2015, è uscito dal carcere dell’Arginone, dove era rinchiuso per le rapine commesse nel Ferrarese. Le tre Procure che indagano su di lui (Bologna, Ferrara e Ravenna) hanno chiesto agli investigat­ori di rispolvera­re vecchi fascicoli e passare al setaccio furti e rapine rimasti senza colpevoli che presentano analogie con il modus operandi di «Igor». Si stanno mettendo in fila anche le tracce lasciate alle spalle dal fuggitivo, semplici controlli nei quali è incappato e riferibili ai tanti alias utilizzati in passato. Gli inquirenti stanno ricostruen­do gli ultimi anni del serbo per circoscriv­ere le zone battute e selezionar­e gli obiettivi da passare al setaccio.

Un lavoro lungo che punta a conoscere e prevedere le possibili mosse del killer. Intanto il ministro degli Interni Marco Minniti e quello serbo si sono sentiti: la Serbia girerà all’Italia le informazio­ni su Feher. Da ieri, inoltre, i reparti speciali possono contare anche sul profilo tracciato dalla criminolog­a dell’Arma, perizia che sarà depositata agli atti dell’inchiesta e che ricostruis­ce la psicologia del killer, il salto criminale dalle rapine agli omicidi, dalle armi bianche a pistole e fucili. Il super ricercato viene descritto

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Molinella
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Lo spiegament­o di forze davanti alla caserma dei carabinier­i nella Bassa all’arrivo del ministro Minniti. Sotto Norbert Feher

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