Maccaferri in Alto Adige, arrivano tre nuovi progetti
BOLZANO A tre anni di distanza dall’arrivo in Alto Adige, Gaetano Maccaferri scorre l’elenco del risultati, getta un occhio alle premesse e, alla fine, conferma la bontà dell’intuizione: «L’idea di stanziare a Bolzano il polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo è stata corretta», dice il presidente del gruppo bolognese. Il Maccaferri Innovation Center oggi impiega otto dipendenti, ha depositato due brevetti ed è stato irrorato con 2,5 milioni d’investimenti (di cui 750.000 euro della Provincia di Bolzano, il resto della holding). Ma per Officine Maccaferri il polo dell’innovazione era solo l’inizio della collaborazione industriale con la Libera università di Bolzano, con le imprese locali e con le istituzioni territoriali. Tre nuovi progetti segneranno il 2017: il co-finanziamento del primo master in green technology, il co-finanziamento di un laboratorio in termofluidodinamica, che albergherà nel nascente Parco tecnologico, infine un progetto europeo che utilizza risorse Fesr per ideare una piattaforma web capace di offrire valutazioni in ambito idraulico.
Con un fatturato complessivo di 1,2 miliardi di euro (500 milioni legati solamente al bilancio di Officine Maccaferri) la holding ha una visione chiara delle relazioni tra industria e alta formazione: «A volte il mondo accademico e l’industria sembrano avere finalità contrastanti — ha rimarcato Maccaferri — La realtà è invece differente quando si riesce a stabilire un denominatore comune in grado di coniugare le aspettative delle diverse parti interessate, quando si ottimizzano le competenze reciproche. Per ottenere questo risultato serve una visione comune, nel rispetto delle diverse peculiarità e finalità, pubbliche e private, come è successo con la collaborazione tra la nostra società e la Libera Università di Bolzano».
Quando, nel 2014, il gruppo Maccaferri ha scelto Bolzano ha investito nel territorio nella sua interezza: «Abbiamo investito 2,5 milioni (1,7 del gruppo e rimanenti da Palazzo Widmann, ndr), ora abbiamo sei progetti che saranno conclusi entro l’anno, otto dipendenti e due brevetti».
Un primo passo che ieri s’è arricchito con tre nuovi progetti.Il primo è una ricerca pionieristica. «Wequal», questo il nome dello studio, durerà due anni e mezzo e prevede la realizzazione di una piattaforma online per effettuare valutazioni di impatto ambientale delle opere idrauliche. Il secondo è un master di secondo livello in Green Technologies and Infrastructures. Terzo pilastro della partnership: Maurizio Righetti, docente di Hydropower Plants e Hydropower Systems alla facoltà di Scienze e Tecnologie, coordinerà un progetto biennale nel nuovo laboratorio di Termofluidodinamica applicata. L’idea è sperimentare, attraverso analisi di dettaglio, la funzionalità di nuove tecnologie sviluppate da Maccaferri e testate negli Stati Uniti.